Libia, attacco suicida a commissione elettorale, almeno 16 morti

E 19 feriti, secondo fonti ospedaliere ai media libici

MAG 2, 2018 -

Roma, 2 mag. (askanews) – E’ di 16 morti e 19 feriti l’ultimo bilancio dell’attentato suicida compiuto oggi a Tripoli, in Libia, contro la sede dell’Alta commissione elettorale. Lo hanno riferito fonti ospedaliere citate dai media libici.

Secondo un alto responsabile della sicurezza di Tripoli, Mohamad al-Damja, l’attacco è stato messo a segno da quattro uomini armati, due dei quali si sarebbero fatti esplodere. “Hanno ucciso le guardie prima di aprire il fuoco sulle persone presenti sul posto”, ha raccontato alla France presse, aggiungendo che all’arrivo delle forze di sicurezza, almeno due degli assalitori hanno innescato la loro cintura esplosiva. L’edificio ha preso fuoco ed è stato gravemente danneggiato, ha proseguito.

Alcuni testimoni hanno raccontato di aver udito colpi di arma da fuoco e almeno due esplosioni. In un comunicato, il governo di accordo nazionale ha denunciato l'”attacco terroristico”, sottolineando che “non impedirà al governo di continuare a garantire il proprio sostegno all’Alta commissione elettorale” nell’ambito del “processo democratico per la tenuta delle elezioni”.

Anche la missione Onu in Libia (Unsmil) ha condannato “nella maniera più ferma possibile” l’attentato, sottolineando che “tali attacchi terroristici non impediranno ai libici di portare avanti il processo di consolidamento dell’unità nazionale e di costruzione dello stato di diritto e delle istituzioni”.

La comunità internazionale punta a tenere entro l’anno le elezioni; al momento non è stata fissata alcuna data, e il voto deve essere preceduto da un referendum su una proposta di costituzione e dall’adozione di una legge elettorale.

Nel frattempo l’Alta commissione ha però registrato 2,4 milioni di elettori, su 6 milioni di abitanti. La commissione elettorale è tra le poche istituzioni credibili e indipendenti del Paese, ed ha già organizzato le prime due elezioni del 2012 e del 2014.