Cavie umane in Giappone per testare armi batteriologiche, la storia dell’Unità 731

Rivelati i nomi di chi partecipò al programma che fece 3.000 morti

APR 16, 2018 -

Roma, 16 apr. (askanews) – Gli Archivi nazionali del Giappone hanno reso pubblici i nomi dei 3.607 membri della famigerata Unità 731, che condusse in Cina esperimenti su prigionieri vivi per la guerra batteriologica in una delle pagine più raccapriccianti del conflitto in Asia orientale. Lo scrive l’agenzia di stampa Kyodo.

“E’ la prima volta che quasi tutti i nomi reali e gli ndirizzi dei membri dell’unità vengono svelati in un documento ufficiale e definitivo”, ha commentato al Japan Tiems il professor Katsuo Nishiyama dell’Università di Shiga, che è a capo di un progetto da tempo impegnato nella richiesta per la revoca del segreto sui membri dell’unità.

L’Unità 731 fu creata nel 1936 con l’obiettivo di sviluppare armi biologiche. I suoi esperimenti furono condotti ad Harbin, in Cina, su cavie umane, prevalentemente prigionieri cinesi e coreani. La sperimentazione prevedeva l’infezione con germi e poi la vivisezione dei prigionieri per vedere gli effetti. Furono testati almeno 20 tipi di batteri – tra i quali antrace, peste e botulino – e furono uccisi in questi esperimenti almeno 3mila prigionieri.

La lista diffusa oggi è stata stilata il primo gennaio 1945 e include nomi, gradi e informazioni personali – indirizzi e familiari – di 52 chirurghi, 49 ingegneri, 38 infermieri e 1.117 medici di campo. Dopo la guerra, le forze occupanti americane guidate dal generale Douglas McArthur concessero l’immunità ai medici dell’unità e anche al capo, il tenente generale Shiro Ishii, in cambio dei dati raccolti negli esperimenti umani.

La campagna guidata da Nishiyama è partita dalla richiesta di revocare i titoli a un ufficiale medico, la cui dissertazione di laurea presso l’Università di Kyoto si sarebbe avvalsa anche di dati raccolti negli esperimenti dell’Unità 731.

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