Rapporto IISS: Cina e Russia sfidano Usa, eserciti pronti a guerra

Investimenti su armamenti un "sistematico processo di preparazione"

FEB 14, 2018 -

Roma, 14 feb. (askanews) – Cina e Russia sfidano la supremazia militare degli Stati Uniti e dei loro alleati e il ritmo con cui stanno ingrossando i loro eserciti può essere tradotto in un “sistematico processo di preparazione alla guerra”. Questa la conclusione a cui giunge l’Istituto Internazionale per gli Studi Strategici, IISS, nel suo rapporto annuale Military Balance.

La guerra tra Grandi Potenze non è inevitabile, sostiene il think Tank britannico. Ma la Cina sta espandendo il suo arsenale a ritmi significativi. A livello di forze aeree, i caccia Chengdu J-20 sono previsti in fase operativa dal 2020, minacciando concretamente il monopolio statunitense sugli aerei stealth. Mentre le unità missilistiche aria-aria a lunga gittata PL-15 saranno equipaggiate con radar a scansione elettronica, tecnologia avanzatissima che pochi Paesi posseggono.

Inoltre la Marina militare negli ultimi 15 anni ha varato più corvettes, fregate, cacciatorpedinieri e sottomarini di Giappone, India e Corea del Sud messi assieme. Il lancio del nuovo incrociatore Type-055 ha le caratteristiche per essere impiegato al largo delle coste europee. E la base a Gibuti prospetta missioni ad ampio raggio.

Quanto alla Russia, lo sviluppo del missile balistico intercontinentale ICBM pesante a combustibile liquido Sarmat (possibilmente SS-X-29) e dell’ICBM mobile a propellente solido RS-26 Rubezh (SS-X-28) continua a essere supportato. I primi dieci bombardieri a lungo raggio Tu-160M2 Blackjack di nuova costruzione sono stati ordinati all’inizio di febbraio, mentre il missile da crociera a lungo raggio con capacità duale, noto pubblicamente come KH-BD, è segnalato come parte integrante del progetto di sviluppo decennale. Il piano di armamento include probabilmente anche il finanziamento del sottomarino per missili balistici a propulsione nucleare Borey-B, un ulteriore aggiornamento del Progetto 955.

“Alcuni governi in Occidente cercheranno di compiere ‘il balzo in avanti’ nelle tecnologie per aumentare e ottenere più potere militare, ma non ci sono garanzie di successo”, ha commentato John Chipman, direttore generale e ad dell’Istituto.