Praga, 27 gen. (askanews) – Praga attende il ballottaggio presidenziale che si conclude oggi per sapere chi nei prossimi cinque anni sarà l’inquilino del suo splendido Castello, inerpicato sul colle di Hradcany. Gli sfidanti sono l’attuale presidente, il populista, anti migranti, filorusso e filocinese Milos Zeman, il cui mandato scade l’8 marzo, che si oppone al moderato e debuttante in politica Jiri Drahos, uno scienziato ex capo dell’Accademia delle scienze della Repubblica ceca.
Quasi tutti i sondaggi di lunedì scorso, ultimo giorno ammesso dalla legge per la loro pubblicazione, parlavano di un testa a testa serrato. Zeman, però, è sembrato essere uscito vincitore dal primo duello in Tv e questo gli attribuisce al momento il ruolo di favorito.
La contesa, a ben vedere, ha un carattere quasi referendario proprio sull’attuale presidente Zeman. Da una parte i sostenitori di questa vecchia volpe della politica ceca, 73 anni dalla salute malferma, ma capace come pochi di capire l’umore dell’elettorato e di cavalcare l’onda populista anti migranti e anti Islam che pervade questo paese; dall’altra tutti quelli che di Zeman non ne possono più, dei suoi modi troppo spesso fuori dalle regole, della sua ostentata passione per gli alcolici, della sua inclinazione al linguaggio volgare, per non parlare dell’entourage che lo circonda al Castello, un gruppo di potere e affari dall’immagine a dir poco controversa.
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