Gentiloni: forte apprezzamento Ue per azione di Italia in Libia

Aperta strada a organizzazioni Onu e Ong per migranti e rifugiati

DIC 15, 2017 -

Bruxelles, 15 dic. (askanews) – I capi di Stato e di governo dell’Ue hanno espresso in modo “abbastanza unitario” un “fortissimo apprezzamento” per i passi avanti che sono stati fatti nel contrasto ai trafficanti di esseri umani – prima sulla rotta dell Mediterraneo centrale e dei Balcani, poi su quella del Mediterraneo centrale -, e “per l’azione svolta dal nostro paese” in quest’ultimo caso. Lo ha sottolineato il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni oggi a Bruxelles, durante la sua conferenza stampa al termine del vertice Ue, in cui si è discusso a lungo della politica europea dell’immigrazione dell’asilo e dei disaccordi fra i paesi membri su questo tema.

“Sono i numeri – ha osservato Gentiloni – a dire che c’è stata una evoluzione straordinaria; e non solo i numeri sulla evoluzione degli arrivi, a cui l’opinione pubblica italiana è naturalmente più attenta: 80.000 in meno, quasi il 70%, nel periodo da luglio a dicembre, e quelli sulla diminuzione dei morti in mare”, grazie “al lavoro che finalmente è stato fatto in tante direzioni: dal rafforzamento della capacità d’intervento della guardia costiera libica, all’intervento sulla situazione umanitaria nei campi di rifugiati in Libia”.

Ma i numeri da guardare, secondo Gentiloni sono anche e soprattutto quelli dei rimpatri. “Si è determinata – ha rilevato il premier – una disponibilità nuova da parte di alcuni paesi africani, che fa sì che ci siano numeri nei rimpatri volontari assistiti che alla fine dell’anno saranno di oltre dieci volte le cifre dell’anno scorso; e cominciano a essere dei numeri che fanno pensare che, proseguendo questa azione, nel corso di alcuni mesi i campi in Libia, quelli gestiti ufficialmente, potranno essere quasi completamente svuotati”.

“Il che non significa, naturalmente, – ha avvertito – che non ci sia una situazione purtroppo di dimensioni simili, o anche maggiori, gestita direttamente dai trafficanti, su cui è molto più difficile intervenire, nonostante l’accordo bilaterale tra Italia e Libia, a cui si aggancia l’azione straordiania dell’Ue”.

Proprio la situazione umanitaria, tra l’altro “ha provocato un vero e proprio shock in Africa; io – ha riferito Gentiloni – l’ho visto direttamente nel vertice di Abijan: perché è chiaro che l’identità stessa degli Stati africani è fondata sul rifiuto dello schiavismo”; e ha scioccato in particolare “uno specifico filmato” sui campi in Libia che “aveva scene che sono state considerate in Africa anche più che in Europa inconcepibili”.

“Questo, con le altre tragedie nel Mediterraneo è stato un fattore di sblocco di una non disponibilità a collaborare” dei paesi africani per gli accordi sui rimpatri volontari e per l’accettazione della sorveglianza delle Ong e dell’Onu.

“Noi – ha affermato il presidente del Consiglio – rivendichiamo il fatto che l’iniziativa italiana, l’accordo bilaterale con il governo di Tripoli, ha aperto finalmente la strada alle organizzazioni umanitarie e delle Nazioni Unite per essere presenti nella situazione dei rifugiati e dei migranti in Libia, una situazione che dura da alcuni anni e non da alcune settimane”.

“Lentamente, le cose si stanno muovendo. Nei modi più diversi: in aluni casi è l’Unione europea che ha fatto un buon lavoro, mettendoci anche, come Commissione, parecchi soldi : per esempio – ha spiegato il premier – nell’addestramento delle guardie costiere libiche, o nel finanziameno delle organizzazioni internazionali Oim e Unhcr”.

Sul lato degli Stati membri, invece, fino all’ultimo appello di ottobre ai leader dell’Ue, i contributi finanziari dei governi al Fondo fiduciario per l’Africa “erano ancora appena il 10% di quelli della Commissione; ma in questo periodo – ha sottolineato Gentiloni – siamo arrivati a circa 170 milioni di euro, e anche se l’attivazione dei fondi nell’Ue non è mai immediata, questo consente di andare avanti con i programmi che a noi interessano: finanziare L’Unhcr e l’Oim in modo che siano lì (in Libia, ndr), a sorvegliare, a migliorare” la situazione dei migranti, e “a organizzare i rimpatri volontari assistiti”.

E poi quei fondi “servono a finanziare progetti delle municipalità libiche; perché naturalmente il meccanismo deve consentire di rendere meno conveniente il traffico di esseri umani per chi vive di questo; e vi sono – ha concluso Gentiloni – intere comunità locali che vivono di traffico”.