Med 2017, a Roma da oggi si discute nuova strategia per il Mediterraneo

Forum internazionale con capi governo, ministri, esperti di 56 Paesi

NOV 30, 2017 -

Roma, 30 nov. (askanews) – Le strategie di sicurezza comune, la lotta al terrorismo dopo la caduta di Raqqa e Mosul, un nuovo impegno per la gestione dei flussi migratori, l’energia e il commercio internazionale. Sono questi i principali temi della terza edizione dei Mediterranean Dialogues, la conferenza internazionale organizzata dal ministero degli Esteri e dall’Ispi, che si apre oggi a Roma.

L’obiettivo è quello di costruire un’agenda positiva che torni a ridare centralità alla regione, in uno scenario internazionale in continuo mutamento. E anche in quest’ottica un’attenzione particolare, nei tre giorni di colloqui, sarà dedicata ad alcuni Paesi chiave come Iran, Arabia saudita, Libia, Egitto, Qatar e Iraq, nonché alla visione che hanno dell’area alcuni degli attori più importanti dello scacchiare internazionale, come Stati uniti, Russia, Cina e India.

La conferenza, articolata su tre giornate di incontri e 25 sessioni strutturate attorno a quattro pilastri (Shared Prosperity; Shared Security; Migration; Media, Culture and Society), vedrà la partecipazione di numerosi esponenti governativi italiani e stranieri, uomini di finanza e imprenditori, enti e organizzazioni internazionali, studiosi ed esperti di circa 56 Paesi. i lavori saranno aperti dal saluto del ministro degli Esteri Angelino Alfano e del presidente libanese Michel Aoun, alla presenza del Capo dello Stato, Sergio Mattarella.

Con la conferenza di Roma, il Mediterraneo torna dunque al centro dell’agenda internazionale, dopo avere spinto il perimetro delle proprie sfide oltre le sponde Nord e Sud, fino al Medio Oriente, il Golfo Persico, i Balcani, il Sahel fino al Golfo di Aden. Ma si è anche guadagnato una nuova rilevanza strategica come piattaforma di connessione globale, si segnala in un rapporto della Farnesina pubblicato alla vigilia del Med 2017. E il paradosso geopolitico della regione, la combinazione tra frammentazione e connessione, disordine e centralità, ha creato una forte interdipendenza tra Europa, Mediterraneo e Africa. “E’ soprattutto lungo questa duplice diretrice Nord-Sud e Sud-Nord che si gioca una partita esistenziale per il futuro del vecchio continente, per la sicureza e la prosperità di tutti”, si legge nel rapporto.

Anche per questo – è convinzione dell’Italia – il Mediterraneo deve diventare la nuova “missione storica” dell’Unione europea, “la sua priorità strategica, un luogo di scelta e di visione”. Ignorare questa realtà. suggerisce la Farnesina, è segno di “miopia”, averne consapevolezza è “la premessa perché l’Europa possa aspirare a un ruolo di attore globale, contribuendo alla definizione di un nuovo odine regionale che dia al Mediterraneo una prosperità concreta di sicurezza e sviluppo”.