Che tipo di Europa vorreste? La Germania lo chiede ai Pigs

Seminario Europeaische Akademie a Berlino durante crisi governo

NOV 24, 2017 -

Berlino, 24 nov. (askanews) – Che tipo di Europa vorreste e quali sono le priorità da affrontare a Bruxelles da parte della Germania? Se ne è discusso a un seminario a cui hanno preso parte 20 giornalisti provenienti dai paesi dell’Europa mediterranea (Portogallo, Italia, Grecia e Spagna, da cui l’acronimo Pigs) organizzato dall’Europeaische Akademie Berlin (Eab), piattaforma indipendente nata nel 1963 per creare scambi, dibattiti e analisi sulle politiche europee in salsa tedesca, ma non solo.

Al centro dell’incontro “Le politiche europee della Germania dopo le elezioni del Bundestag”, con la crisi di governo tedesca che si è consumata sotto gli occhi dei partecipanti. Mentre Angela Merkel è alle prese con la difficile missione di formare un governo dopo il fallimento dei negoziati esplorativi con i liberali e i Verdi, il presidente francese Emmanuel Macron fa pressione per ricostruire l’Europa del dopo-Brexit, con l’obiettivo di convincere Berlino a investire di più nelle riforme europee e ad appoggiare la proposta di un Fondo monetario europeo, che supererebbe di fatto il vecchio meccanismo dell’Esm (European stability mechanism).

In cima all’agenda europea del futuro ci sono anche un possibile ministro delle Finanze dell’eurozona, un bilancio comune e, su scala più ampia, l’ipotesi di una difesa comune. Tra le “accuse” mosse alla Germania, la sua ritrosia a spingere sugli investimenti e sui consumi interni, manovra che servirebbe a ridimensionare il famigerato “surplus commerciale” tedesco a beneficio dell’export dagli altri Paesi dell’Unione monetaria.

“Qualsiasi tipo di governo ci sarà in Germania, esso sarà pro-europeo”, ha commentato una fonte del ministero degli Esteri tedesco, il giorno dopo il flop dei negoziati per la formazione della coalizione Jamaika. E mentre il partito dei Gruenen (Verdi) e i liberali della Fdp, capitanati dall’ambizioso Christian Lindner, hanno fatto saltare le trattative nella notte del 19 novembre sulla questione del prolungamento dello stop dei ricongiungimenti familiari per i migranti (oltre il marzo 2018), i primi contrari, i secondi favorevoli, la reintroduzione temporanea di controlli alle frontiere in Germania è appena stata prolungata per altri sei mesi (dal 12 novembre). I controlli attualmente riguardano il confine tedesco-austriaco e i collegamenti aerei dalla Grecia per la Germania, questi ultimi “per motivi di sicurezza”, ha precisato il diplomatico.

Con oltre un milione di profughi, soprattutto siriani, arrivati dopo l’apertura delle porte da parte della Cancelliera nell’estate del 2015, la Germania ripete come un mantra di avere bisogno di “migranti qualificati” e non mancano i corsi di “Ausbildung” (formazione) per qualsiasi mestiere, anche per la cassiera del supermercato. Un lusso – hanno osservato alcuni giornalisti – non concesso ai paesi dove si registrano gli sbarchi via mare.

E se i negoziati caldeggiati dal presidente tedesco Frank Walter Steinmeier dovessero non portare alcun frutto, la Germania dovrà tornare alle urne, probabilmente non prima di Pasqua. Il consiglio europeo in programma il 14 e 15 dicembre con una Germania senza un nuovo governo rischia di andare a vuoto, uno stallo che l’anno prossimo potrebbe segnare l’inizio della campagna elettorale delle elezioni europee del 2019, che vede sul piatto anche i 73 seggi lasciati liberi dagli eurodeputati britannici. Dopo Brexit, Catalogna e Germania senza un governo, il vecchio Continente rischia di essere ulteriormente destabilizzato dalle elezioni in programma in Italia, dove la partita si gioca tra una sinistra divisa, il movimento 5stelle di Grillo, ad oggi il più votato, e un redivivo Silvio Berlusconi.