Silenzio senza precedenti dell’Isis in Rete (e non si capisce perché)

Nessuna propaganda sui social nelle ultime 24 ore

NOV 23, 2017 -

Roma, 23 nov. (askanews) – Le pubblicazioni del gruppo dello Stato Islamico (Isis) su canali di propaganda online sono state misteriosamente interrotte per più di 24 ore, tra mercoledì e giovedì; un silenzio “senza precedenti” secondo un esperto. L’organizzazione terroristica, che notoriamente utilizza la messaggistica cifrata della piattaforma social Telegram per diffondere quotidianamente notizie sulle sue operazioni militari e per rivendicare attacchi, non ha pubblicato niente dalle 8 italiane del mattino di mercoledì 22 novembre alle 9:01 di oggi, 23 novembre. “Il rallentamento nella produzione dei media dell’Isis è stato particolarmente significativo nelle ultime settimane”, ha detto Charlie Winter, ricercatore presso il Centro internazionale per la radicalizzazione e la violenza politica.

Mai per un periodo di 24 ore c’era stato totale silenzio”, ha detto a Afp. I canali di Telegram del gruppo terropristico pubblicano solitamente più di una decina di messaggi al giorno, che vanno dalle registrazioni audio multilingue di “exploit” militari alle immagini della vita quotidiana dei civili che vivono nel “Califfato” autoproclamato dai jihadisti nell’estate del 2014. Mercoledì, tuttavia, il gruppo ultraradicale è stato attivo online solo per 30 minuti, annullando la sua “trasmissione giornaliera”. Tutte le pubblicazioni sono state interrotte fino a giovedì, per poi riprendere con una registrazione audio di quattro minuti delle operazioni militari in Siria e Iraq, solo in arabo.

Il Califfato dello sceicco Abu Bakr al Baghdadi ha perso quasi tutti i territori conquistati nel 2014 sia in Iraq che in Siria.

Rimangono soto il suo controllo solo poche sacche nel deserto, a cavallo tra i due Paesi. La coalizione internazionale anti-jihadista guidata dagli Stati Uniti, ha preso di mira nei suoi raid in particolare i membri dell’Isis attivi nella propaganda del gruppo; un fatto che potrebbe in parte spiegare il crollo dell’attività mediatica del gruppo, secondo Winter. “L’infrastruttura dei media Isis ha subito un duro colpo negli ultimi mesi e, a causa di ciò, le cose stanno cambiando”, ha detto. L’Isis potrebbe spostare fisicamente i suoi uffici o addetti alle pubblicazioni, ha detto Winter. Ma potrebbe anche essere messa in atto una nuova strategia mediatica, in linea con l’attuale trasformazione del gruppo, ora privo di base territoriale e divenuto un’organizzazione insurrezionale clandestina.

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