Aung San Suu Kyi per la prima volta nel nord del Rakhine

Teatro di purghe dell'esercito sui Rohingya musulmani

NOV 2, 2017 -

Yangon, 2 nov. (askanews) – La leader birmana Aung San Suu Kyi è arrivata per la sua prima visita nel nord dello stato del Rakhine, una missione non annunciata nell’area da cui gran parte della popolazione Rohingya musulmana è stata costretta a fuggire a seguito di una campagna dell’esercito. Suu Kyi, premio Nobel per la pace che guida il partito pro-democrazia di Myanmar, è bersaglio delle critiche della comunità internazionale per non aver usato la sua autorità morale in difesa dei Rohinyga. Circa 600mila persone della minoranza apolide sono fuggite in Bangladesh da fine agosto, riferendo di assassini, stupri e incendi ad opera dell’esercito di Myanmar, dopo che un raid di militanti ha provocato la feroce repressione.

Secondo l’Onu la repressione equivale a una pulizia etnica e Myanmar è sottoposto a forti pressioni internazionali perchè garantisca al sicurezza dei Rohingya e consenta a loro di tornare a casa. “La consigliera di Stato (il titolo ufficiale di Suu Kyi) è ora a Sittwe e si recherà a a Maungdaw e Buthiduang. Sarà un viaggio di due giorni” ha detto il portavoce del governo Zaw Htay, citando due luoghi che sono stati epicentro delle violenze. Non è possibile sapere se Suu Kyi visiterà qualcuno delle centinaia di villaggi bruciati dai soldati, che sarebbero stato aiutati dai buddisti locali, o se incontrerà i pochi gruppi di musulmani che restano nella zona, che vivono in preda ala fame e alla paura circondati da vicini ostili. Migliaia sarebbero ancora accampati su una spiaggia nei pressi di Maungdaw in attesa delle barche che dovrebbero condurli in Bangladesh.

I Rohingya sono odiati nel Myamnmar a maggioranza buddista, dove non hanno cittadinanza e vengono considerati immigranti bengalesi illegali. Secondo gli osservatori Suu Kyi non ha voluto criticare l’esercito, che controlla tutte le questioni di sicurezza nel Paese. Inoltre la causa Rohingya è molto impopolare nel Paese, dove il nazionalismo buddista è in forte crescita.