Rep. Ceca, “tutti ci dicono no”: e Babis punta su un governo di minoranza

Composto da esponenti del suo movimento, Ano, e da tecnici

OTT 27, 2017 -

Paarga, 27 ott. (askanews) – Il miliardario Andrej Babis, vincitore delle scorse elezioni in Repubblica ceca, punta sulla formula del governo di minoranza, composto da esponenti del suo movimento, Ano, e da tecnici. A dichiararlo è stato egli stesso questa mattina, sottolineando di aver sinora registrato la contrarietà delle altre forze politiche a stringere alleanze con il movimento dei Cittadini scontenti, Ano (Sì, in ceco), di cui lo stesso Babis è fondatore e padrone.

“Visto che tutti ci hanno detto di no, proviamo allora con il governo di minoranza” ha detto il tycoon, con la precisazione che si tratterà di un esecutivo con un programma tale da realizzare parti dei programmi di tutti gli altri schieramenti. All’obiezione, secondo la quale nessun partito sinora si è detto disponibile a sostenere un esecutivo di minoranza di questo tipo, Babis ha fatto riferimento alla posizione di debolezza di alcune delle altre forze, – come i Socialdemocratici della Cssd, i Cristiano popolari del Kdu-Csl e i Comunisti del Kscm – reduci da una vera e propria disfatta elettorale, con una base in fermento, “che chiede giustamente – ha detto – la testa dei responsabili”. Un modo quindi per far capire che ci sono i presupposti per abbattere la attuali barricate “anti Babis e anti Ano”.

Già due giorni fa il quotidiano MF Dnes – testata di proprietà dello stesso Babis – aveva parlato del governo di minoranza come della variante più probabile. Ano dispone di 78 deputati su 200, ma essendo il suo programma un mix di propositi di destra e di sinistra, un governo Babis di minoranza potrebbe andare avanti trovando sostegno, di volta in volta, da una parte e dall’altra delle due aule parlamentari, “abbassando le tasse con l’appoggio dei liberali dell’Ods e aumentando le pensioni con i voti di Socialisti e Comunisti. Per la digitalizzazione della amministrazione statale sarà la volta dei Pirati” aveva scritto il quotidiano, secondo il quale – a proposito del voto di fiducia – non sarebbe stato un problema insormontabile trovare un gruppetto di deputati, dei vari partiti, disposti a votare sì per la nascita di un governo di minoranza guidato da Babis.

L’attuale negoziato, trasformatosi ormai in una situazione di stallo, si sta rivelando in realtà una guerra di nervi. A dominare è la sensazione che cose andranno per le lunghe. La strada alternativa delle elezioni anticipate metterebbe comunque in una posizione di vantaggio lo stesso Babis, il quale può contare sul vantaggio economico di poter affrontare senza problemi una nuova battaglia elettorale. Gli altri partiti, oltre che sconfitti, hanno infatti le casse prosciugate per i costi affrontati in occasione dell’ultimo voto.