Catalogna, Puigdemont dice che l’articolo 155 è un attacco di Madrid

Il presidente catalano chiede un dibattito in parlamento per rispondere

OTT 21, 2017 -

Barcellona, 21 ott. (askanews) – Il presidente catalano, Carles Puigdemont, ha definito il via libera all’articolo 155 “un attacco” del governo che così “si pone fuori dallo Stato di diritto”, come lo è “agire impunemente con violenza contro cittadini pacifici” e “perseguitare idee e mezzi di comunicazione” o creare “instabilità económica”. Puigdemont ha detto che chiederà un dibattito in Parlamento nei prossimi giorni per rispondere al capo del governo centrale, Mariano Rajoy, sulla sua intenzione di “liquidare” l’autogoverno e la democrazia della Catalogna e la democrazia e per “agire di conseguenza”.

Puigdemont ha affermato che il governo centrale, con l’appoggio del Psoe e Ciudadanos, ha inflitto il “più grave golpe” alla Catalogna da quando il “dittatore Francisco Franco” decise la soppressione della autonomia. “Il governo spagnolo si è proclamato illegalmente rappresentante” dei catalani, ha affermato ancora Puigdemont, assicurando che Rajoy ha inflitto un “golpe” alle istituzioni catalane creando un “direttorio” per guidarle da Madrid.

A Barcellona migliaia di persone hanno manifestato nel centro cittadino al grido di “indipendenza” o “TV3 sarà sempre nostra”. La marcia originariamente era stata convocata per chiedere la scarcerazione dei leader delle organizzazioni indipendentiste ANC e Òmnium, Jordi Sànchez e Jordi Cuixart, arrestati nei giorni scorsi.

Alla manifestazione erano presenti anche la sindaca di Barcellona Ada Colau e Puigdemont. In mattinata l’annuncio del capo del governo Rajoy, di voler attivare l’articolo 155 della Costituzione.

Conseguenza diretta di questo passo – concordato tra il Partito popolare, il Partito socialista e il movimento Ciudadanos – è la sospensione del presidente della Generalitat Carles Puigdemont e di tutto il suo esecutivo, oltre che la convocazione delle elezioni nella regione entro sei mesi.

Rajoy, alla fine della riunione, è apparso in una conferenza stampa per spiegare i dettagli. Il premier ha affermato che il processo che ha portato al referendum è stato “un processo unilaterale, contrario a quello di chi ha cercato il confronto”. E ha continuato: “La sensazione è che alcuni desideravano raggiungere questa situazione, nella quale si applica l’articolo 155 della Costituzione: la Generalitat non poteva fare di peggio”, ha detto Rajoy. “Non era né il nostro desiderio, né la nostra intenzione (arrivare a questo punto)”.

Per quanto riguarda invece il tentativo di dialogo, Rajoy ha accusato Barcellona di aver tentato d'”imporre” al governo spagnolo e che non c’è stato un vero e proprio dialogo, il quale se praticato “al di fuori della legge è profondamente antidemocratico”.

Prima della riunione, il governo ha anche diffuso le motivazioni che hanno portato alla convocazione del consiglio. Gli obiettivi erano, a suo dire, quattro: ripristinare la legalità, garantire la neutralità delle istituzioni, preservare i servizi pubblici e la ripresa economica e difendere i diritti di tutti i catalani.

Il governo di Madrid ha accusato la Generalitat di aver disobbedito agli obblighi di legge, danneggiando seriamente l’interesse generale della Spagna; lamenta il deterioramento della coesistenza in Catalogna e il danno economico provocato dall’esodo di imprese che hanno lasciato la regione con notevoli conseguenze economiche.

L’esecutivo di Rajoy ha comunque assicurato che non ci saranno limitazioni della libertà personale.

Le misure decise dal governo dovranno essere approvate a maggioranza assoluta in Senato riunito in sessione plenaria.

Giovedì o venerdì l’applicazione dell’Articolo 155 potrebbe essere definitivamente approvata.

Int9