Presidenziali in Kirghizistan, esito incerto dalle urne

Atambaiev lascia, 11 candidati, ma corsa sarà a due

OTT 15, 2017 -

Bishkek, 14 ott. (askanews) – Gli elettori nell’ex repubblica sovietica del Kirghizistan vanno alle urne oggi in un’atmosfera di festa per scegliere il nuovo presidente in un’elezione fortemente concorrenziale, creando un’eccezione tra i Paesi dell’Asia centrale prevalentemente guidate da regimi autoritari. I sei anni al potere del presidente Almazbek Atambaiev sono stati caratterizzati da intrighi e repressioni. La sua stessa elezione nel 2011 è arrivata in seguito a un’ondata di violenza etnica che ha causato centinaia di morti.

Ma ora Atambaiev esce di scena, lasciando 11 candidati a contendersi un mandato presidenziale unico, in netta controtendenza rispetto al potere sostanzialmente a vita che occupano altri leader nell’Asia centrale.

I due chiari favoriti nella corsa al dopo Atambaiev sono Sooronbay Jeenbekov e l’oligarca Omurbek Bavanov. Il primo gode dell’appoggio del presidente uscente, il secondo di considerevoli risorse economiche. Nessuno dei due sembra offrire l’ipotesi di grandi riforme né di un cambiamento dell’allineamento internazionale di Bishkek, che nel 2014 ha cancellato l’affitto di una base militare Usa usata per le operazioni in Afghanistan, compiacendo Mosca e Pechino.

Entrambi i candidati sono stati primo ministro sotto Atambaiev. Ciò nonostante i media filogovernativi hanno lavorato duro per descrivere Babanov come antipatriottico e inaffidabile. In particolare, gli attacchi sono apparsi efficaci quando Babanov, un trader di petrolio, ha avuto l’ingombrante endorsement del presidente kazako Nursultan Nazarbaiev.