Battisti: se il Brasile mi estrada è come condannarmi a morte

La mia cattura "era pianificata da tempo"

OTT 12, 2017 -

San Paolo (Brasile), 12 ott. (askanews) – L’estradizione verso l’Italia equivale a “una condanna a morte”, ha detto l’ex militante di estrema sinistra Cesare Battisti attualmente in Brasile.

“Non so se il Brasile vuole macchiarsi, sapendo che il governo e i media hanno creato questo mostro in Italia”, ha dichiarato in un’intervista al quotidiano Estado de Sao Paulo pubblicata oggi.

“Mi condanneranno a morte”, ha aggiunto il 62enne.

Battisti ha ribadito di “non aver ucciso nessuno” e che, quando è stato fermato alla frontiera con la Bolivia, non aveva intenzione di “fuggire” dal Brasile. “Se avessi voluto lasciare il Paese, non sarei andato in Bolivia. Ho più relazioni con l’Uruguay. E’ un Paese un po più affidabile”, ha spiegato.

Secondo l’ex militante il blitz durante il quale è stato arrestato era pianificato: “Mi aspettavano. L’operazione doveva essere pianificata da tempo con l’ambasciata d’Italia. E’ evidente”, ha aggiunto.

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