Si assegna oggi il Nobel per la Pace (ce la farà Federica Mogherini?)

Favoriti i protagonisti dello storico accordo sul nucleare con l'Iran

OTT 6, 2017 -

Oslo, 6 ott. (askanews) – Con lo spettro dei test nucleari nordcoreani che getta la sua ombra sulla capitale norvegese, molti sono pronti a scommettere che quest’anno il Nobel per la Pace, il riconoscimento più prestigioso e atteso della settimana dei Nobel, verrà assegnato allo storico accordo sul nucleare raggiunto nel 2015 tra l’Iran e il Gruppo 5+1.

Il Comitato di Oslo svelerà il nome del vincitore alle 11 (ora italiana) di oggi, scegliendolo tra i 318 candidati di quest’anno. Dopo la sorprendente assegnazione del Nobel per la Pace al presidente colombiano Juan Manuel Santos lo scorso anno, molti commentatori si dicono convinti che nel 2017 sarebbe appropriato un riconoscimento agli sforzi in favore della non proliferazione nucleare.

“Il Comitato del Nobel farebbe una grande sensazione se assegnasse il premio all’accordo nucleare”, ha spiegato Asle Sveen, storico del settore. In tal caso il premio potrebbe andare all’ex Segretario di Stato Usa, John Kerry, e al ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, e alla reponsabile della politica estera europea, Federica Mogherini, i tre artefici dell’accordo. “Con la Corea del Nord in questa situazione, è molto importante mostrare appoggio a quelle iniziative che vigilano sullo sviluppo e la proliferazione delle armi nucleari”, ha commentato Henrik Urdal, responsabile del Peace Research Institute of Oslo (Prio).

Considerato una pietra miliare nella storia della diplomazia internazionale, l’accordo però è stato definito dall’attuale inquilino della Casa Bianca, Donald Trump, come uno “scandalo” nel corso dell’ultima Assemblea generale delle Nazioni Unite. Il suo predecessore Barack Obama, convinto promotore di quell’accordo, era stato insignito del Nobel per la Pace nel 2009.

Concluso il 15 luglio del 2015, l’accordo tra Usa, Russia, Cina, Regno Unito, Francia da un lato e Iran dall’altro, pone dei limiti al programma nucleare di Teheran in cambio della revoca progressiva delle sanzioni verso l’Iran.

In alternativa il Premio Nobel per la Pace potrebbe essere assegnato all’International Campaign to Abolish Nuclear Weapons (ICAN); oppure all’UN Refugee Agency (UNHCR), guidata da Filippo Grandi (l’Unhcr lo ha già ricevuto due volte nel 1954 e 1981). Fra i candidati anche quest’anno vi è il medico congolese Denis Mukwege, soprannominato “l’uomo che ricuce le donne” sopravvissute a violenze sessuali o infibulazione. C’è chi scommette su Papa Francesco o sui “White Helmets”, i caschi bianchi che operano in Siria per prestare soccorso alle vittime dei bombardamenti. Infine circolano anche i nomi dell’American Civil Liberties Union (ACLU), del blogger saudita Raif Badawi, delle voci dell’opposizione russa come Svetlana Gannushkina o il giornale Novaya Gazeta, nonché del giornalista turco in esilio Can Dundar e del suo giornale Cumhuriyet.