Isis, il Califfo: morte, sconfitte e dolore non ci piegano

Al Baghdadi in audio: sangue Mosul, sirte eRaqqa sarà vendicato

SET 28, 2017 -

Roma, 28 set. (askanews) – “Morte, sconfitte e dolore non ci piegheranno”. Così il leader dello Stato Islamico, Abu Bakr al Baghdadi, in un nuovo messaggio audio diffuso oggi in rete. Sangue e lacrime chiede il Califfo ai suoi combattenti ai quali promette che “il nostro sangue versato a Mosul, Sirte e Raqqa sarà vendicato”. Il messaggio, prodotto dalla “Fondazione al Furqan” è stato postato sulla piattaforma social Telegram ed arriva in un momento di grande difficoltà dei jihadisti che perdono terreno in Iraq e Siria.

Il messaggio non porta una data, ma il Califfo parla di vicende recentissime come la sconfitta a Mosul avvenuta lo scorso luglio, e di Raqqa prossima a cadere. Al Baghdadi spazia su molti temi, in particolare sostiene che gli Stati Uniti sono oramai “una nazione fiaccata dai debiti” e sfidata con successo dalla Russia, in Ucraina e Crimea come in Siria e dalla Corea del Nord.

Al Baghdadi è stato dato per morto molte volte, l’ultima giugno, quando la Difesa russa aveva annunciato ufficialmente di aver compiuto a fine maggio un raid su un comando Isis a Raqqa nel quale avrebbe colpito anche il Califfo nero. Ma ecco cosa ha detto al Baghdadi nel messaggio di oggi.

AI SUOI: PAZIENZA E DETERMINAZIONE “Pazienza e Determinazione”, sono le parole d’ordine di al Baghdadi per i suoi combattenti che stanno perdendo terreno un po ovunque: “Il piccolo gruppo vince contro il grande gruppo perchè ha la fede dalla sua parte”, spiega. Per il Califfo i Mujahiddin “sono lo scudo e la speranza. Sono la prima linea della difesa”del suo Califfato.

TUTTI I MISCREDENTI UNITI CONTRO ISIS Con America, Russia ed Europa nel panico per la paura degli attacchi dei jihadisti, “tutte le nazioni dei miscredenti si sono uniti contro di noi”, dice ancora il Califfo per il quale la sua organizzazione è stata capace di “tessere una trappola” grande agli eserciti delle “nazioni dell’apostasia” che si sono schierate in Siria e Iraq.

“GUAI A CHI GETTA LE ARMI” Poi l’appello alla gente della Sunnah, “svegliatevi dal sonno e prendete coscienza che crociati e sciiti non accetteranno le mezzi soluzioni”, “tornate alla vostra fede” e combattete quelli che ascoltano l’America. La chiamata di al Baghdadi è indirizzata ai sunniti in Siria “prima che sia troppo tardi”. Una chiamata alle armi che spazia a tutto il mondo dall’Asia all’Africa. “Guai a chi butta la sua arma”, è l’ultima raccomandazione del Califfo ai suoi combattenti

L’AMERICA CROLLERA’ E RUSSIA APPROFITTERA’ “L’America oggi sta perdendo la sua leadership. E’ una nazione che non guida da sola il mondo come affermano”, Gli Usa oggi “è un Paese fiacco e appesantito da immensi debiti”. Una crisi che rende l’America “candidata ad un collasso che trascinerà con se molti altri Stati”. E così “La Russia approfittando di questa debolezza ha incominciato a decidere lei in quel che viene chiamato il ‘dossier russo'” spiegando che “proprio questo che è successo ultimamente nella riunione di Astana”, riferendosi ai colloqui sulla Siria tenuti nella capitale del Kazakistan.

In questi colloqui, secondo al Baghdadi “sono state raggiunte intese con le quali sono stati consegnati al regime (sciita di Assad) le terre dei sunniti”. “I russi intervengono anche in altre zone come l’Ucraina e la Crimea, contro gli appetiti degli americani”. Oggi “anche la Corea del Nord ha cominciato a minacciare con la forza il Giappone”.

MONARCHI DEL GOLFO “APOSTATI” Quindi al Baghdadi attacca le monarchie del Golfo in particolare l’Arabia saudita chiamati “apostati di al Jazira” rei di “finanziare il governo sciita” in Iraq nonostante affermino di osteggiare l’Iran, principale sostenitori dei governanti di Baghdad.