Brexit, Ue: pochi progressi nonostante discorso May

Per l'Ue i conti ancora non tornano su cittadini e finanziamenti

SET 28, 2017 -

Bruxelles, 28 set. (askanews) – Il discorso di Firenze della premier britannica Theresa May ha “dato un nuovo dinamismo” ai negoziati sulla Brexit e negli ultimi giorni “ci sono stati dei progressi”, ma, detto in francese, “on est loin du compte”, ovvero “siamo ancora lontani” ma anche “i conti ancora non tornano”. E’ la risposta più significativa che il negoziatore capo dei Ventisette, Michel Barnier, ha dato oggi a Bruxelles alle domande dei giornalisti durante la conferenza stampa congiunta con il capo negoziatore britannico, David Davis alla fine del quarto round delle trattative sul “ritiro ordinato” del Regno Unito dall’Ue.

Barnier ha chiarito senza mezzi termini che “ci vorranno ancora settimane o mesi per poter constatare ‘progressi sufficienti’ sui principi di questo ritiro ordinato”, in modo da poter chiedere ai leader dei Ventisette di iniziare la seconda fase del negoziato, quella dei rapporti futuri fra i due partner, dopo la Brexit. Nel frattempo, ha assicurato, “continueremo a lavorare con spirito costruttivo” per colmare le divergenze. “Riprenderemo il 9 ottobre (al quinto round negoziale, ndr) dal punto in cui ci siamo fermati questa settimana”, ha continuato Barnier, ricordando che “la prossima settimana ci sarà il parere importante del Parlamento europeo”, e che “fra tre settimane il Consiglio dei 27 discuterà la situazione”.

Il capo negoziatore dell’Ue, in sostanza, ha riconosciuto due aperture nel discorso della May, sui diritti dei cittadini e sull’accordo finanziario, ma le ha anche giudicate insufficienti. “I diritti dei cittadini (europei residenti nel Regno Unito e britannici nell’Ue, ndr), sono la nostra priorità: Londra ha confermato l’applicabilità diretta dell’accordo di ritiro, e questo rassicura i cittadini europei che potranno far valere i loro diritti davanti ai tribunali britannici”. In questo caso “il Regno Unito assicura che applicherà il diritto Ue in modo coerente dopo il ritiro. Ma noi non siamo d’accordo sul fatto che la Corte di Giustizia dell’Ue non avrà in questo il suo ruolo indispensabile”, ha spiegato Barnier.

“Un’altra divergenza che rimane è quella sui ricongiungimenti familiari: noi vogliamo che questo diritto continui a valere” per i cittadini europei residenti nel Regno Unito. Inoltre, c’è il problema delle prestazioni sociali che deve ancora essere discusso: i cittadini europei residenti in territorio britannico “hanno bisogno di procedure amministrative semplificate”, per poter usufruire delle prestazioni sociali, e su questo “aspettiamo le proposte del Regno Unito”, ha osservato il capo negoziatore dell’Ue.

Sulla questione irlandese c’è “qualche progresso”, “con l’impegno mantenere la “zona comune di transito”; ma, ha avvertito Barnier, “qualunque soluzione dovrà rispettare allo stesso tempo l’integrità del mercato unico e del diritto Ue, e l’accordo di pace del Venerdì Santo” che mise fine al conflitto civile nell’Irlanda del Nord.

Quanto all’accordo finanziario, “abbiamo avuto discussioni su aspetti tecnici, rivelatesi utili”, ha riferito Barnier, riconoscendo poi il fatto che May abbia chiarito “che nessuno Stati membro dell’Ue dovrà pagare di più o ricevere di meno a causa della Brexit” nel periodo di programmazione finanziaria 2014-2020 del bilancio comunitario, e che “il Regno Unito onorerà tutti i suoi impegni presi come membro dell’Ue”. Ma la premier britannica, ha aggiunto, ha “limitato al 2019 e 20120” la responsabilità finanziaria di Londra, che invece, per come funziona il bilancio Ue, spesso prosegue, con i pagamenti delle ultime “tranche” dei progetti, anche due o tre anni dopo la fine del periodo di programmazione.

“Per l’Ue il solo mondo di dire che c’è progresso nei negoziati, su questo punto, è di accettare che tutti gli impegni presi a 28 siano rispettati dai 28”, ha concluso Barnier.