Svizzera, bocciata la riforma delle pensioni

Proposta dal governo , era osteggiata dalla destra

SET 24, 2017 -

Berna, 24 set. (askanews) – Gli svizzeri hanno bocciato la riforma del sistema previdenziale proposta dal governo per far fronte all’invecchiamento della popolazione. Secondo i risultati ufficiali, 14 dei 26 cantoni si sono pronunciati contro la nuova legge che prevedeva fra l’altro l’aumento di un anno dell’età pensionabile per le donne (a 64 anni). I risultati definitivi saranno resi noti in serata, ma già fin d’ora e indipendentemente dalla percentuale dei sì, la riforma è bocciata, poiché respinta da una maggioranza di cantoni. Secondo le ultime proiezioni del voto, pubblicate dalla SRG SSR, la legge sulla Previdenza per la vecchiaia 2020 verrebbe accolta solo dal 47% dei votanti.

Gli svizzeri hanno bocciato sia legge sulla previdenza per la vecchiaia 2020, che la proposta di aumentare l’imposta sul valore aggiunto per garantire un ulteriore finanziamento dell’AVS, l’assicurazione previdenziale.

In Svizzera l’ultima riforma che ha superato la prova delle urne risale al 1997.

La riforma “Previdenza 2020”, alla quale il governo aveva lavorato diversi anni per trovare un compromesso accettabile, era sostenuta dalle principali forze di centro e di sinistra (Partito popolare democratico, Partito borghese democratico, Verdi liberali, Partito socialista e Partito ecologista svizzero). Si opponevano invece i maggiori partiti più a destra (Partito liberale radicale e Unione democratica di centro) che consideravano il progetto iniquo e inadeguato per risolvere i problemi della previdenza per la vecchiaia. La riforma era osteggiata anche da alcuni sindacati minori e gruppi di sinistra a causa dell’aumento dell’età di pensionamento per le donne e delle riduzioni delle rendite.

Cls MAZ