Giappone, Abe accelera i piani per le elezioni anticipate

L'opposizione si ribella: viola Costituzione, abusa del suo potere

SET 22, 2017 -

Roma, 22 set. (askanews) – Shinzo Abe procede a tappe forzate, con sempre maggiore velocità, nel suo piano per andare a elezioni anticipate, cercando di approfittare così del momento di grande fragilità delle opposizioni con la speranza di garantirsi una maggioranza funzionale alle sue riforme specialmente in tema di sicurezza e difesa. Il premier intende sciogliere la Camera dei rappresentanti – la camera bassa, la più importante nel bicameralismo imperfetto nipponico – chiudendo la Sessione straordinaria dei lavori della Dieta, evitando quindi il dibattito. Secondo quanto scrive l’agenzia di stampa Kyodo, che cita fonti, i piani della coalizione di governo sono di portare i giapponesi alle urne il 22 ottobre.

A lungo il governo di Abe ha avuto difficoltà nel mantenere un consenso man mano eroso da scandali che hanno riguardato alcuni suoi ministri e hanno messo in discussione la sua stessa figura. Ma in suo aiuto è corso, per paradosso, il leader nordcoreano Kim Jong Un: i suoi testi nucleari e balistici, a partire da quello di metà agosto con un missile che ha sorvolato il Giappone, hanno di fatto riportato fiducia attorno a un leader e a un governo che punta a fornire al Sol levante una maggiore capacità di reazione militare.

D’altronde, sul suo punto di vista, l’opposizione è frammentata e non si è mai ripresa dalla sconfitta alle ultime elezioni. Il Partito democratico ha macinato leader. La strategia, di fronte a questa mossa del premier, è quella di unire un fronte ampio per fermare il Partito liberaldemocratico di Abe. Questa settimana sono iniziati gli incontri. Atsushi Oshima, il segretario generale del Minshuto (Partito democratico), ha incontrato il suo corrispettivo del Partito socialdemocratico, dopo aver visto anche Akira Koike, uno dei principali esponenti del Partito comunista. Al momento, però, quest’ultimo partito ha già stabilito i suoi candidati in 263 collegi uninominali, al di fuori da una logica di alleanze.

La resistenza all’accelerazione di Abe, quindi, pare attestarsi piuttosto su una tattica dilatoria. La decisione di Abe di annunciare lo scioglimento delle camere, probabilmente lunedì, non farebbe aprire la sessione straordinaria della Dieta. E farebbe sì che nessuno dei ministri, compreso lo stesso primo ministro, si presentino alla Dieta. Il nuovo governo Abe è stato formato il 3 agosto e nessuno dei suoi componenti ha mai parlato di fronte agli eletti dal popolo. “E’ un atto che mette in ridicolo il più alto organo del potere statale”, ha commentato il leader del Partito democratico Seiji Maehara. “Abe – ha aggiunto – abusa del suo potere”. Secondo gli oppositori, il premier vuole così evitare che, nell’imminenza di un voto politico, nella Dieta vengano sollevati gli scandali delle sucole Kake Gakuen e Moritomo Gakuen, che hanno lambito lo stesso Abe.

In rappresentanza di quattro partiti d’opposizione, il segretario generale del Partito democratico Atsushi Oshima ha presentato al segretario del Partito liberaldemocratico Toshihiro Nikai una protesta per questa decisione di bypassare la sessione straordinaria della Dieta. Secondo i parlamentari dell’opposizione verrebbe violato l’articolo 53 della Costituzione, la quale statuisce che il governo è obbligato a convocare una sessione straordinaria della Dieta in caso di richiesta sottoscritta da un quarto o più dei parlamentari.