La moglie del premier Netanyahu verso processo per peculato

Accusata di aver pagato badante, elettricista e ristoranti con soldi pubblici

SET 8, 2017 -

Gerusalemme, 8 set. (askanews) – La moglie del premier israeliano Benjamin Netanyahu ha ricevuto formale notifica che la giustizia del Paese intende processarla con l’accusa di peculato. “Il ministro della Giustizia ha informato il legale della signora Sara Netanyahu, moglie del primo ministro, che intende rinviarla a giudizio” si legge in una nota del ministero della Giustizia. Prima di finire alla sbarra Sara Netanyahu ha un’ultima possibilità di contestare in dibattimento i capi d’imputazione a suo carico.

La first lady israeliana e un suo assistente sono accusati di aver dichiarato il falso affermando che non c’erano cuochi presso la residenza ufficiale del premier e di aver ordinato a spese delle casse pubbliche pasti per decine di migliaia di euro presso ristoranti. “In questo modo centinaia di pasti presso ristoranti e chef sono stati ottenuti in modo fraudolento per un ammontare di 359mila shekel (85mila euro)” si legge nella nota del ministero.

Per la stampa israeliana Sara avrebbe pagato con denaro pubblico anche la badante del padre, oggi defunto, e un elettricista che avrebbe svolto lavoro privati presso la residenza ufficiale del premier. Il premier su Facebook ha preso le difese della moglie definendo le accusa “assurde” e “infondate”. La coppia dall’inizio dell’inchiesta ha sempre accusato l’ex governante della residenza del premier, Meni Naftali, di essere responsabile delle spese gonfiate. L’indagine va avanti da oltre due anni dopo che il revisore dei conti dello stato Joseph Shapira ha emesso un avvertimento per le spese eccessive della residenza ufficiale dei Netanyahu.

Netanyahu, che non è toccato da questa vicenda giudiziaria, è sotto indagine per corruzione in un’altra inchiesta e ad agosto il suo ex capo di gabinetto ha firmato un accordo in base al quale testimonierà per conto dello stato nelle indagini a carico del premier. Le inchieste hanno scosso al vita politica israeliana e si è aperto un dibattito sulle possibili dimissioni del capo del governo, che sarebbe costretto a lasciare solo se condannato. Lui, “Bibi”, nega tutto.

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