Somalia, uno dei fondatori degli Shebab si è consegnato al governo

Mukhtar Robow è stato trasferito ieri a Mogadiscio

AGO 14, 2017 -

Mogadiscio, 14 ago. (askanews) – Abu Mansoor Mukhtar Robow, l’unico leader fondatore del gruppo jihadista somalo Shebab sopravvissuto fino ad oggi, si è consegnato ieri alle forze di sicurezza somale. Robow, 47 anni, è stato vicecomandante, portavoce e leader spirituale degli Shebab, grazie all’addestramento fatto in Afghanistan al fianco di al Qaida. Ma nel 2013 aveva lasciato l’organizzazione per contrasti con l’ex leader Ahmed Abdi Godane, ucciso nel 2014 in un raid Usa.

Una fonte della sicurezza ha detto alla France presse che la resa di Robow è arrivata dopo che gli Shebab hanno attaccato la sua postazione, la scorsa settimana, uccidendo 19 dei suoi uomini. Tuttavia, da mesi le autorià somale avevano avviato contatti con l’ex leader Shebab, che si era riparato a Hudur, nel Sud-ovest del Paese. “Lo abbiamo contattato molte volte e ci siamo capiti”, ha detto al New York Times il sindaco di Hudur, Moalim Ahmed.

Lo scorso giugno, l’amministrazione americana di Donald Trump aveva cancellato la taglia di 5 milioni di dollari offerta per la sua cattura, apparentemente proprio per l’avvio dei colloqui tra Robow e le autorità somale.

Ieri l’ex leader Shebab è stato trasferito a Mogadiscio insieme al figlio, accompagnato dal ministro della Difesa Abdirashid Abdullahi. Secondo il portavoce delle forze di sicurezza del Sud-Ovest, Nuradin Yusuf Abukar, Robow “incontrerà presto esponenti di governo per discutere come procedere”.

Per i media somali, “la resa di Mukhtar Robow è un duro colpo per gli Shebab, ma anche una scelta difficile per il governo del presidente Farmajo”, ricordandto che altri due disertori, Mohamed Said Atam e Zakariye Ismail, “hanno almeno goduto della protezione del governo solo dopo aver pubblicamente denunciato l’ideologia violenta di Shebab e al Qaida, mentre Hassan Dahir Aweys è agli arresti domiciliari a Mogadiscio dal momento non ha mai dichiarato la propria posizione riguardo agli Shebab”.

Lo scorso anno gli Shebab sono stati dichiarati l’organizzazione più sanguinaria del continente africano, con oltre 4.200 morti, stando ai dati diffusi dall’Africa Center for Strategic Studies di Washington.

Poco dopo la sua elezione, avvenuta lo scorso febbraio, il presidente somalo Farmajo aveva annunciato l’avvio di una nuova offensiva contro i jihadisti. Annuncio arrivato una settimana dopo la decisione di Washington di dichiarare la Somalia “zona di guerra”, concedendo ai vertici militari di condurre raid aerei senza doverli giustificare come azione di legittima difesa e riconoscendo maggiore autonomia decisionale al capo delle forze americane in Africa, il generale Waldhauser.

(con fonte Afp)