Tra Corea del Sud e del Nord si apre anche il fronte dei matrimoni “forzati”

Pyongyang accusa Seoul di aver costretto a nozze 12 ragazze

AGO 11, 2017 -

Seoul, 11 ago. (askanews) – Un nuovo fronte polemico si è aperto tra le due Coree e riguarda alcuni matrimoni, per la precisione 12. Pyongyang ha accusato Seoul di aver costretto 12 donne nordcoreane a sposarsi nel Sud per dare un’impressione di felicità. Il Sud, dal canto suo, ha risposto per le rime.

Le donne in questione sono 12 cameriere di un ristorante nordcoreano in Cina, fuggite in massa in Corea del Sud. Un portavoce della Corea del Nord ha sostenuto che le 12 ragazze sarebbero state costrette a sposarsi come in una “sordida operazioni per impedire il ritorno in patria delle donne detenute”.

Costringendole al matrimonio, ha spiegato il portavoce secondo l’agenzia di stampa ufficiale Kcna, la Corea del Sud – che a suo dire ha “rapito in gruppo all’estero (le ragazze) ad aprile dello scorso anno” – vorrebbe dare l’impresisone che si siano “stabilite in Corea del Sud conducendo una vita stabile secondo la propria volontà”. E così motivare il respingimento della richiesta di rimpatrio da parte di Pyongyang.

Si tratta, secondo il Nord, di un “crimine vergognoso che non può essere passato sotto silenzio e di un’altra provocazione politica intollerabile”.

Seoul, dal canto suo, ha respinto oggi con forza le accuse. Il ministero dell’Unificazione sudcoreano ha affermato che le donne “sono concentrate sui loro studi e si sono stabilmente stabilite qui. L’accusa nordcoreana di averle costrette al matrimonio sono infondate”.

La Corea del Nord ha vincolato la ripresa delle riunioni di famiglie separate alla reaestituzione delle 12 ragazze e di Kim Ryon Hui, un “defector” nordcoreano che ha pubblicamente dichiarato di voler tornare nel Paese.