Ue: Polonia sospenda riforme giudiziarie, molto vicini a sanzioni

La minaccia di Timmermans: articolo 7 o procedura d'infrazione

LUG 19, 2017 -

Bruxelles, 19 lug. (askanews) – La Commissione europea ha esortato oggi il governo polacco a “sospendere” le sue controverse riforme del sistema giudiziario, agitando la minaccia di sanzioni inedite se Varsavia non metterà fine ai “rischi evidenti” per lo Stato di diritto nel Paese. “Siamo ormai vicini all’attivazione dell’articolo 7 del trattato europeo”, sinonimo di possibili sanzioni come la sospensione del diritto di voto della Polonia nell’Ue, ha avvertito il vice presidente dell’esecutivo europeo Frans Timmermans.

I conservatori al potere in Polonia hanno lanciato una vasta riforma del sistema giudiziario, denunciata dall’opposizione come “un dilagante colpo di Stato”. Migliaia di persone hanno manifestato domenica scorsa e ieri nel Paese per denunciare il progetto del partito al potere, diritto e Giustizia (Pis), ugualmente criticato in seno all’Ue, in particolare dal Parlamento europeo.

Dopo una riunione di tutti i suoi membri, la Commissione ha chiesto “immediatamente alle autorità polacche di sospendere le nuove leggi e riprendere il dialogo” ingaggiato con Bruxelles “per rispondere alle serie preoccupazioni” espresse sul rispetto dello Stato di diritto. Timmermans ha citato diverse disposizioni contestate, tra cui il disegno di legge in corso d’esame, che attribuisce al ministro della Giustizia una forte influenza sulla Corte Suprema.

Altri due testi già adottati la settimana scorsa dal Parlamento polacco, dominato dai conservatori, destano inoltre grande preoccupazione. Uno riguarda il Consiglio nazionale della magistratura e prevede che i suoi membri siano ora scelti dal Parlamento. L’altro testo modifica il sistema dei tribunali ordinari, i cui presidenti saranno nominati dal ministro della Giustizia.

Il PiS è salito al potere alla fine del 2015, presentando tutti questi cambiamenti come indispensabili per snellire il sistema giudiziario e la lotta alla corruzione. Ma l’opposizione vede nel progetto di riforma una seria minaccia al principio di separazione dei poteri e un tentativo di paralizzare il Paese. Queste nuove riforme “hanno seriamente amplificato la minaccia contro lo Stato di diritto” in Polonia, ha commentato Timmermans, ricordando che la Commissione aveva lanciato nel 2016 una procedura contro la Polonia dopo la riforma della Corte costituzionale.

Questa procedura potrebbe condurre all’attivazione dell’articolo 7 del trattato dell’Ue. Sovente definita come “l’arma atomica” tra le misure a dispozione dell’Ue contro uno dei suoi stessi membri, essa può anche determinare la sospensione del diritto di voto nell’Unione. Fino ad oggi, nonostante le risposte “inadeguate” di Varsavia sulla sua riforma della Corte costituzionale, Bruxelles non ha mai voluto fare ricorso a questa ultima risorsa, ma le nuove iniziative del governo polacco potrebbero cambiare la situazione. Una volta attivato, l’articolo 7, tuttavia, richiede un voto unanime degli altri Stati membri per arrivare a una sospensione dei diritti di voto della Polonia nell’Ue. E l’Ungheria, alleata di Varsavia, ha già chiarito che si opporrebbe.

“Le nuove leggi non sono ancora formalmente in vigore. Non possiamo prendere decisioni formali, ma siamo in grado di inviare un forte messaggio politico”, ha detto Timmermans. In aggiunta all’articolo 7, il vice presidente dell’esecutivo europeo ha comunque anche sollevato la possibilità di lanciare “una procedura d’infrazione” contro Varsavia, che potrebbe portare a sanzioni pecuniarie.

(con fonte afp)