Albania domenica al voto tra timori di brogli e obiettivo Europa

Poca distanza tra Socialisti e Democratici nei sondaggi

GIU 23, 2017 -

Tirana, 23 giu. (askanews) – Con lo spettro delle frodi elettorali nell’armadio e l’auspicio di una conferma della transizione democratica davanti, l’Albania si presenta al voto per le legislative di domenica con in testa l’obiettivo di avvicinarsi all’Unione europea e crescere.

Il partito Socialista del primo ministro Edi Rama nei sondaggi è leggermente in vantaggio rispetto all’opposizione del Partito Democratico di Lulzim Basha che rappresenta il centro-destra. Dopo le elezioni del 2009 i Socialisti di Rama denunciarono frodi elettorali e organizzarono per mesi proteste di piazza e nel 2011 ci furono anche tre morti.

Nel 2013 ci fu il cambio al vertice del governo: la destra accettò la sconfitta, ma lanciò una strategia di ostruzionismo e boicottaggio dei lavori parlamentari. E in vista del voto di domenica, ha minacciato di boicottare, per timori di brogli. I due principali partiti, però, hanno raggiunto un’intesa poche settimane fa: i Democratici hanno ottenuto alcuni ministeri chiave nel governo in uscita e hanno accettato di presentarsi.

“Edi Rama ha il sostegno di coloro che hanno le mani sull’economia, dei criminali che hanno sequestrato il potere e che hanno fatto dell’Albania un drugstore”, ha dichiarato Basha, fervente ammiratore del presidente americano Donald Trump, che deve vedersela con l’incombente presenza nel suo partito dell’ex premier ed ex presidente Sali Berisha.

Rama ha risposto che Basha è “un leader dell’opposizione che non è pronto alla sfida di guidare un governo”. Nella campagna elettorale, il premier preso in giro il suo rivale diretto per la mancanza d’esperienza definendolo “un’anguria che bisogna aprire per vedere se è matura o meno. Ognuno è buono per qualcosa ma Luli (il soprannome di Basha) è buono soltanto per mettere la gente a dormire”.

A parte le prese in giro, però, secondo il politologo Skender Munxhozi, in questa campagna elettorale “per la prima volta i due principali partiti hanno deposto le armi” e per le strade “non ci sono grandi striscioni, poster o bandiere”. Secondo un altro analista, Ardian Civici, si può scommettere anche su “una “grande coalizione” tra Socialisti e Democratici, uniti nell’obiettivo della membership europea, e che consentirebbe di tagliare fuori il Movimento socialista per l’integrazione, partito del presidente eletto Ilir Meta. (segue)