Italia chiama Eurasia: più scambi e nuove opportunità all’orizzonte

A Roma V Seminario Eurasiatico. Fallico: serve dialogo Ue-Eurasia

GIU 22, 2017 -

Roma, 22 giu. (askanews) – “L’Unione europea deve andare d’accordo per forza con l’Unione eurasiatica e la diplomazia del business può essere importante”: con questo appello Antonio Fallico, presidente di Banca Intesa Russia e dell’Assocazione, ha concluso oggi il V Seminario Eurasiatico di Roma, occasione per fare il punto sulle relazioni economiche tra l’Italia e l’Unione economica eurasiatica (Uee) e tracciare scenari di nuove possibilità per le imprese italiane su un mercato.

Rapporti da anni zavorrati dal regime di sanzioni europee nei confronti della Russia, eppure l’interscambio tra il nostro Paese e i 5 dell’alleanza eurasiatica (Russia, Kazakistan, Bielorussia, Armenia e Kirghizistan) nei primi tre mesi del 2017 è cresciuto del 14,7% rispetto allo stesso trimestre del 2016, a conferma che vale la pena di seguire la rotta verso l’Est eurasiatico. Magari guardando oltre la tradizionale dimensione energetica di quest’area, Russia e Kazakistan in primis, e “cogliendo l’occasione dello sviluppo tecnologico, della rivoluzione 4.0, per fare tutti un passo avanti”, come ha esortato Massimo Muchetti, presidente della Commissione Industria, commercio e turismo del Senato.

Come sottolineato dal presidente Vladimir Putin al recente Forum Economico di San Pietroburgo, “la Russia è entrata in una nuova fase di crescita economica.”: l’ultima previsione è dell’agenzia Fitch, rivista al rialzo, con pil a +1,7% nel 2017 e ben oltre nei prossimi anni. Come crescono solidamente il Kazakistan e l’Armenia (+4,1% nei primi 5 mesi dell’anno in corso e +5% previsto a fine anno, rispettivamente). Dati che fanno prevedere anche un rilancio del processo di integrazione del patto eurasiatico, hanno concordato molti partecipanti al seminario, dal segretario di Stato per l’Unione statale Russia-Bielorussia Grigory Rapota, agli ambasciatori e rappresentanti a Roma dei cinque Paesi che lo compongono. Da parte italiana, manager di società che guardano a quella macroregione con rinnovato interesse hanno fatto il quadro delle opportunità che l’alleanza eurasiatica prospetta. Si parla molto di Via della Seta e bisogna capire che non si tratta solo di una connessione tra l’Europa e la Cina, ma di un piano strategico molto più ampio, “con l’Eurasia come polmone centrale”, è l’esempio portato da Antonio Bevilacqua, amministratore delegato di Italconsult, intervenuto assieme al Responsabile direzione regionale Lazio, Sardegna e Sicilia di Intesa Sanpaolo Pierluigi Monceri, al presidente di Italferr Riccardo Maria Monti, a Carlo Palasciano Costamagna country manager per la Russia di Enel.

L’Unione a 5 Paesi da 200 milioni di abitanti su 20 milioni di chilometri quadrati sarà al centro del grande Forum eurasiatico di Verona il 19 e 20 ottobre. Dove Antonio Fallico -spera, anche tramite l’aiuto di Romano Prodi, di riuscire a fare incontrare commissari europei e della Unione eurasiatica. “Anche solo a livello informale”, ha sottolineato il presidente di Conoscere Eurasia, perchè “questa è una realtà imprescindibile” come mercato e “bisogna avere il coraggio” di riconoscerla.

Orm