Messico, giornalisti accusano il governo: i nostri telefoni spiati

Un gruppo di reporter e attivisti sorvegliati perchè scomodi

GIU 20, 2017 -

Città del Messico, 20 giu. (askanews) – Un gruppo di noti giornalisti e attivisti in Messico ha accusato il governo di averli spiati, usando programmi di hackeraggio telefonico israeliani in possesso esclusivamente dello Stato. Tra di loro ci sono nomi molto famosi e anche scomodi, come Carmen Aristegui, la reporter che nel 2014 rivelò che la moglie del presidente Pena Neto aveva comprato per sette milioni di dollari una villa a Città del Messico con una gara bandita dallo Stato.

Il gruppo ha presentato le proprie accuse all’ufficio della procura generale, sostenendo che il governo ha intercettato illegalmente le loro conversazioni telefoniche e ha commesso altri abusi correlati. Il programma di spyware Pegasus sarebbe stato inserito nei loro cellulari, e in quelli di amici e familiari, tramite dei link e dei messaggi “con news o informazioni particolarmente attraenti” . Il software usato per trasformare i telefoni in dispositivi tascabili di spionaggio è stato sviluppato dalla società israeliana No Group ed è di proprietà di una compagnia di private equity californiana. La società sostiene che il software in questione viene venduto solo a governi e strutture di vertici statali, per evitare che transazioni private possano far finire il dispositivo in mano a terroristi.

La vicenda è finita sotto i riflettori del New York Times, che ha raccontato come Pegasus sia stato usato in Messico contro giornalisti, ma anche attivisti per i diritti impegnati in campagne anti-corruzione. (con fonte afp)