Chi è Al Baghdadi, il misterioso Califfo dello Stato islamico

Mosca ha annunciato che ritiene probabile la sua uccisione in un raid a fine maggio

GIU 16, 2017 -

Roma, 16 giu. (askanews) – Misterioso, sfuggente, dato più volte per morto, sul Califfo Nero le informazioni sono da sempre poche e difficili da verificare. Di Ibrahim Awwad Ibrahim Ali al-Badri al-Samarri si sa che è nato in Iraq nel 1971 (a Samarra, ma qualcuno sostiene a Fallujah) in una famiglia sunnita di piccola borghesia, parte di una tribù che rivendica discendenza diretta dal profeta Maometto.

Appassionato di letture e recitazione coraniche fin dalla gioventù, i familiari lo soprannominarono “il credente” per i suoi continui richiami alle regole dell’islam. Ma tra i suoi conoscenti d’infanzia si racconta anche che la sua vera passione era il calcio.

Nel 1997 si laureò all’Università di Baghdad in studi islamici, con un successivo master e dottorato rispettivamente nel 1999 e nel 2007.

Sino al 2004, al Baghdadi visse nella capitale irachena, nel quartiere di Tobchi, con due mogli e sei figli. In quegli anni insegnava recitazione coranica ai bambini della zona, frequentando la moschea locale, dove pare fosse anche la star del football. Sempre in epoca universitaria, seguendo i consigli di uno zio, si avvicinò alla Fratellanza Musulmana, per poi virare verso un islam più estremista: nel 2000 il futuro Califfo era già affiliato al jihadismo salafita e all’inizio dell’invasione a guida Usa dell’Iraq nel 2003 fu tra i fondatori del gruppo ribelle Jaysh Ahl al-Sunnah wa al-Jamaah (Esercito dei partigiani della Sunna e solidarietà comune)

Cosa certa e verificata, all’iizio del 2004 Al Baghdadi fu arrestato dagli americani a Fallujah e rinchiuso nel carcere di Camp Bucca, dove rimase per 10 mesi. Di quel periodo i compagni di cella raccontano che era molto taciturno e diventava loquace solo quando teneva i sermoni del venerdì o parlava di religione.

Rilasciato, contattò la branca irachena di Al Qaida (Aqi), che faceva capo al giordano Abu Musab al-Zarqawi e che lo inviò a Damasco ad occuparsi di propaganda. Al Zarkawi fu ucciso nel 2006 e sostituito da Abu Ayyub al-Masri, che sciolse Aqi e fondò lo Stato Islamico in Iraq (ISI). In questo gruppo, che continuò a giurare privatamente fedeltà ad Al Qaida, Abu Bakr al Baghdadi salì velocemente di grado, sino a diventare supervisore del comitato per la Sharia e membro del Consiglio consultivo che affiancava l’emiro Abu Omar al-Baghdadi. Alla morte di quest’ultimo, nel 2010, fu nominato nuovo emiro e presto puntò gli occhi sulla Siria, pensando di poter capitalizzare sul caos politico che vi regnava.

Deciso a formare una propria organizzazione, Al Baghdadi nel 2013 annunciò che la filiale siriana di Al Qaida, Al Nusra, era parte dell’Isi, che ribattezzò “Stato islamico in Iraq e Levante”, (Isis). Il contrasto con al Qaida, che voleva l’indipendenza di Al Nusra, portò all’espulsione dell’Isis da Al Qaida.

L’Isis rispose combattendo Al Nusra e si concentrò sull’Est iracheno, per poi cercare l’espansione verso l’Iraq occidentale. A giugno 2014 lo Stato islamico prese Mosul, seconda città irachena e l’Isis venne rinominato Stato Islamico (Is). Pochi giorni dopo, con il celebre sermone del venerdì a Mosul, Al Baghdadi si autoproclamava Califfo dello Stato islamico.