Romania, ministri si dimettono in massa ma il premier Grindeanu non ci sta

Braccio di ferro con il capo del suo partito, Dragnea

GIU 15, 2017 -

Roma, 15 giu. (askanews) – I Socialdemocrati romeni hanno tolto il sostegno al loro primo ministro Sorin Grindeanu: tutti i ministri del suo esecutivo si sono dimessi, ma il premier, in aperta polemica con il capo del Psd Liviu Dragnea che gli aveva chiesto di fare un passo indietro, ha dichiarato che non intende dimettersi. Una decisione che preannuncia l’inizio di un nuovo periodo caldo per la politica romena, dopo lo scandalo e le proteste per il decreto “salva-corrotti” che aveva minato il neonato esecutivo poco dopo l’inizio della legislatura tra gennaio e febbraio.

“Un primo ministro è in carica fin quando ha il sostegno dei partiti che hanno votato per lui. Noi abbiamo tolto questo sostegno”, ha dichiarato il leader dei Socialdemocratici Dragnea, dopo le dimissioni in massa dei ministri ieri pomeriggio. Grindeanu ha risposto che lascerà il suo incarico soltanto quando il presidente Klaus Iohannis, esponente del centrodestra, nominerà il suo successore, sempre dalle fila del Psd. “Non mi dimetterò, sono una persona responsabile”, ha dichiarato ai giornalisti.

Quella che sembrava una legislatura in discesa per i Socialdemocratici, che hanno vinto le elezioni con oltre il 40% dei voti, e per gli alleati Liberali dell’Alde, sta incontrando diversi ostacoli e ad appena sei mesi dall’inizio del governo a guida Grindeanu sta vivendo la prima crisi di governo, dovuta alle frange interne del partito, che accusano il premier di essere troppo vicino al capo di stato, acerrimo nemico di Dragnea. L’ala oltranzista, che ha sposato la battaglia del leader Psd per far fuori Grindeanu, ha accusato il premier di venire meno alle promesse fatte in campagna elettorale, soprattutto sul fronte delle riforme per la crescita economica del Paese.

E’ evidente, però, che l’oggetto del contendere è tutto interno al partito. In particolare Dragnea non ha perdonato a Grindeanu di aver ceduto sul “salva-corrotti” che avrebbe permesso allo stesso Dragnea, se approvato, di ritornare in corsa per la poltrona di premier. Il leader Psd, infatti, ha un processo per frode elettorale e uno per corruzione a suo carico e il presidente Iohannis, in osservanza della Costituzione si è rifiutato a gennaio di dare a lui l’incarico di formare il governo.

Per risolvere la disputa oggi si attende una nuova riunione dei vertici del Psd. E intanto le pressioni su Grindeanu proseguono.

(con fonte afp)