Incendio Londra, dispersa una coppia di ragazzi veneti

Secondo il Gazzettino: Gloria e Marco da tre mesi nella capitale britannica

GIU 14, 2017 -

Roma, 14 giu. (askanews) – Secondo il Gazzettino Veneto i due italiani dispersi nell’incendio della Grenfell Tower a Londra sono due ragazzi di 27 anni, nella capitale britannica da tre mesi per lavoro, che vivevano al 23esimo piano del grattacielo. I due ragazzi, Gloria Trevisan, di 27 anni di Camposampiero e il fidanzato Marco Gottardi, coetaneo, di San Stino di Livenza, sono entrambi architetti. Secondo il Gazzettino il fratello di Gloria è partito stamani per Londra dopo aver tentato invano di contattarla al telefono.

Per un’agente immobiliare londinese intervistata da Radio 24 almeno due nuclei familiari italiani, con bambini, vivevano nel grattacielo dove secondo la polizia di Londra sono morte almeno 12 persone.

Il bilancio delle vittime è salito a 12 vittime. Lo ha annunciato la Met Police, sottolineando che il numero dei morti è destinato a salire ancora.

“Posso confermare che 12 persone sono morte” ma “temo purtroppo che il bilancio si aggraverà”, ha dichiarato Stuart Cundy, comandante della Metropolitan Police. L’alto funzionario della polizia ha sottolineato che “le operazioni di recupero delle vittime saranno lunghe e complesse”. La stessa fonte ha precisato che 68 persone sono state ricoverate in sei ospedali della capitale e che una ventina versano in critiche condizioni.

Resta del tutto incerto il numero delle persone che mancano all’appello. Al momento si sa che la Grenfell Tower ospitava 120 appartamenti e da 400 a 600 persone.

Secondo quanto riportato dai media britannici, sarebbe stata l’esplosione di un frigo ad innescare il rogo. La domanda a cui molti superstiti esigono una risposta al più presto è come sia stato possibile che un edificio di 24 piani, da poco ristrutturato con un progetto di quasi 10 milioni di euro, sia stato avvolto dalle fiamme nel giro di meno di mezz’ora, secondo numerosi testimoni. Molti stanno forse indirettamente puntando il dito contro la società che ha eseguito i lavori, chiamata in causa in particolare per l’utilizzo di un materiale di rivestimento esterno più isolante ma, secondo i media, altamente infiammabile.

Bea