Legislative in Francia, stravincono Macron e l’astensionismo

Il partito del presidente al 32,32 per cento

GIU 12, 2017 -

Roma, 12 giu. (askanews) – Il partito centrista del nuovo presidente francese Emmanuel Macron va verso una vittoria importante all’Assemblea nazionale francese, dopo aver polverizzato i partiti tradizionali e l’estrema destra al primo turno delle legislative che ha avuto luogo ieri. Tuttavia, il voto è stato segnato da un’astensionismo record.

Il movimento presidenziale “La République En Marche” (LREM) e i suoi alleati centristi otterranno al secondo turno tra 400 e 445 de4i 577 seggi dell’Asssemblea nazionale, secondo gli istituti di sondaggio.

“La Francia è tornata”, ha affermato il primo ministro Edouard Philippe, vantando i meriti di un presidente che “ha saputo incarnare in Francia come sulla scena internazionale la fiducia, la volontà e l’audacia”. Anche un ministro messo in discussione per una transazione immobiliare, Richard Ferrand, si presenta al secondo turno con alte possibilità di vittoria., I risultati definitivi pubblicati nella notte dal ministero dell’Interno parlano chiaro: LREM e i suoi alleati centristi arrivano largamente in testa con il 32,32 per cento dei voti espressi, davanti alla destra (21,56) e il partito di estrema destra Front National (13,20).

“La France insoumise” (LFI), partito di sinistra radicale di Jean-Luc Mélanchon, e il Partito comunista ottengono assieme il 13,74 per cento, mentre il Partito socialista e i suoi alleati il 9,51 per cento. Gli ecologisti il 4,3 per cento.

L’astensionismo ha raggiunto il livello record del 51,29 per cento, secondo il ministero.

La destra, che sperava a inizo campagna di privare il presidente Macron della maggioranza e di forzarlo alla coabitazione, terminerà con 70-130 eletti, secondo le proiezioni. Il capo di quest’area, Francois Baroin, ha lanciato un appello alla mobilitazione per evitare “poteri concentrati” in “un solo uomo e lo stesso partito”.

A sinistra, il Partito socialista dell’ex presidente Francois Hollande, che controllava la metà dell’Assemblea nazionale, crolla a meno di 40 seggi. “Un rimbalzo senza precedenti”, ha riconosciuto il suo capo Jean-Christophe Cambadélis, eliminato domenica come lo stesso candidato sconfitto delle presidenziali, Benoit Hamon.

Un pesante rovescio anche per l’estrema destra del Front National, la cui leader Marine Le Pen era pure arrivata al ballottaggio alle presidenziali un mese fa: le proiezioni danno al partito fino a 10 seggi nella nuova Assemblea nazionale.

Sebbene in quella precedente ne avesse solo due, tuttavia per il partito è una “delusione”, ha ammesso il suo vicepresidente Florian Philippont. Le Pen, che verrà eletta, ha fatto un appello agli elettori “patrioti” per una “forte mobilitazione”.

All’estrema sinistra, il movimento di Melenchon dovrebbe ottenere tra 10 e 23 seggi.

Queste elezioni non sono riuscite a mobilitare i francesi. Per la prima volta da 60 anni a questa parte, l’astensione al primo turno delle legislative ha superato il 50 per cento. Questo, secondo gli esperti, riflette una sorta di fatalismo rispetto all'”onda” Macron.

I risultati confermano un desiderio di rinnovamento politico dei francesi, che alle legislative hanno sostanzialmente elliminato i partiti tradizionali, scegliendo un uomo di 39 anni, semisconosciuto solo pochi anni fa, e il cui governo mischia personalità di destra, di sinistra e della società civile.

Tra i candidati di LREM, un gran numero sono cittadini mai eletti e originari delle più diverse parti della società civile.

La loro mancanza di notorietà o esprienza è stata premiata e compensata dalla popolarità del nuovo presidente, tanto che si può parlare di una vera “Macronmania”.

Mos/Int9