Erdogan cerca di aiutare il Qatar, ma spazio di manovra limitato

Rischia contraccolpo su investimenti e rapporti con Arabia Saudita

GIU 8, 2017 -

Ankara, 8 giu. (askanews) – Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan sta lavorando per cercare di risolvere la crisi in cui si trova il Qatar, ma il suo spazio di manovra sembra limitato.

Ankara, nell’arco geografico del Medio Oriente, sostiene diversi movimenti dell’Islam politico, come i Fratelli musulmani e Hamas e ha rapporti cordiali con l’Iran sciita, dove il capo della diplomazia, Mevlut Cavusoglu, è stato in visita in piena crisi qatariota. Erdogan, che non vuole perdere i rapporti con l’Arabia Saudita, uno dei Paesi che ha isolato Doha, ha inizialmente adottato toni pacati, ma la diplomazia è durata poco e il capo di stato turco ha virato su toni critici contro le sanzioni imposte e ha rinnovato le sue intenzioni di rafforzare le relazoni con il Qatar, il cui emiro, Tamim ben Hamad Al-Thani, è stato uno dei primi leader mondiali a manifestare il suo sostegno a Erdogan dopo il fallito golpe del luglio scorso.

Sui social media turchi sono apparsi hashtag in sostegno del Qatar e sulla stampa filo-governativa la posizione pro-Qatar incombe. Ieri, come segnale ulteriore di sostegno a Doha, il Parlamento turco ha approvato lo stanziamento di truppe nella Paese che la Turchia ha in Qatar, anche se non è stata fissata alcuna data per l’invio dei militari.

Oltre al punto di vista diplomatico, il sostegno di Ankara a Doha si spiega esaminando il versante economico: secondo le cifre pubblicate dai media gli investimenti qatarioti in Turchia ammontano a 1,5 miliardi di dollari. Compagnie turche hanno ottenuto contratti per piĂą di 13 miliardi di dollari per i progetti in vista della Coppa del Mondo di calcio prevista nel 2022.

“Questa crisi è negativa per la Turchia perché ha rapporti sia con il Qatar che con l’Arabia Saudita”, ha spiegato il presidente del Center for Economics and Foreign Policy di UIstanbul Sinan Ülgen secondo cui “non è realistico” che l’Arabia Saudita possa sanzionare anche Ankara.

“L’impatto di una politica di mediazione da parte di Ankara – ha spiegato dal canto suo Marc Pierini, del think tank Carnegie Europe – sarà ovviamente limitata dalla sua disputa quasi permanente tra Ankara e il Cairo dopo il rovesciamento del presidente Morsi da parte di al-Sisi”.

La Turchia, quindi, si trova in “una posizione difficile”, secondo Didier Billion, dell’Istituto di relazioni inetrnazionali e strategiche (IRIS) che ammette che i “sauditi sanno di dover a che fare con la Turchia, una potenza regionale importante che non possono far rientrare nei ranghi”.

(fonte afp)