Diritto voto per i comunitari, le difficoltà per la diaspora romena

Ostacoli per cittadini europei che vivono in Italia

MAG 26, 2017 -

Roma, 26 mag. (askanews) – Sfiducia verso la politica, mancanza di informazioni, difficoltà nella registrazione e poca unità delle comunità. Sono questi alcuni dei motivi che impediscono ai cittadini comunitari che vivono in Italia, in particolare alla diaspora romena, la più ampia delle comunità straniere nello Stivale, di godere dei propri diritti di cittadini comunitari, anche quello del voto nelle elezioni amministrative. Come nel caso del voto di giugno, di cui si è discusso presso lo Spazio Europa della Rappresentanza della Commissione Europea a Roma, nella Conferenza “Participation Matters” organizzata da Cospe e Associazione Europaeus.

Presenti in sala rappresentanti del mondo accademico e diplomatico, candidati alle prossime elezioni amministrative e numerosi presidenti di Associazioni. Matteo Biffoni, sindaco di Prato, ha presentato i motivi per i quali ANCI Toscana, di cui è presidente, ha scelto di essere partner attivo del progetto “Participation Matters”. “C’è un dibattito importante sull’inclusione degli stranieri che vivono in Italia, sul loro diritto di voto – ha detto Biffoni. Ma si dimentica di chi ha già questi diritti: di votare ed essere eletti. Mi riferisco ai cittadini comunitari, che, pur avendoli, non li esercitano. I cittadini che vivono nelle nostre città devono sentirsi a casa e messi nella condizione di votare. Devono essere informati su come si possono candidare, come possono votare. Vogliamo dare questo diritto a chi non ce l’ha, figuriamoci a chi ce l’ha già, ma non lo usa ancora! Attivare il diritto di voto dei cittadini comunitari è un passo da fare, un mattone da aggiungere su questo percorso”.

Aldo di Biagio, senatore eletto nella Circoscrizione estero, ha spiegato le ragioni alla base della proposta legislativa che ha portato avanti nel Parlamento, intesa a semplificare l’accesso al voto da parte dei cittadini comunitari. “La vera integrazione europea passa attraverso l’integrazione dei cittadini che vivono in paesi diversi dal paese di cui hanno la cittadinanza. La cittadinanza europea si costruisce anche attraverso il riconoscimento del diritto di voto in modalità quanto più semplice e funzionale, senza perdersi in impasse burocratiche. E proprio questa la motivazione che mi ha spinto a depositare nel 2014 il ddl 1530 che modificava il 197/96 e prevede delle forme di accesso semplificate alle procedure elettorali per i cittadini di uno stato membro dell’Unione Europea residenti in Italia”.

Da parte dell’Ambasciata della Romania in Italia è intervenuto George Milosan, ministro consigliere, che ha paragonato la comunità dei romeni all’estero con quella degli italiani all’estero. Due realtà molto simili, anche se il fenomeno migratorio romeno è molto più recente. “Si può parlare d’integrazione politica degli italiani in America soltanto dopo due generazioni dalla prima ondata migratoria. All’inizio si sono dovuti superare degli stereotipi, per arrivare al primo sindaco italiano eletto a New York, La Guardia e, più recentemente, a un presidente della Camera di origini italiane, Nancy Pelosi o a un candidato italo americano alla presidenza degli SUA”. Dunque, ha detto, “la partecipazione politica fa parte dell’integrazione e non è un processo che dura generazioni, non anni”. Anche in Italia la partecipazione politica dei cittadini romeni è molto debole, “facendo un breve calcolo, nei comuni italiani abbiamo un consigliere romeno ogni 10.000 consiglieri italiani”.