Tpp, paesi dell’Asia-Pacifico andranno avanti anche senza gli Usa

Capofila di questo tentativo Giappone, Australia e Nuova Zelanda

MAG 21, 2017 -

Roma, 21 mag. (askanews) – I ministri del commercio dei paesi dell’Asia-Pacifico hanno deciso oggi di tentare di far rinascere il Partenariato trans-Pacifico (Tpp), il più grande trattato di libero scambio del mondo affondato da Donald Trump. Ma gli Usa hanno ribadito che non intendono tornare sui loro passi.

Il ministro neozelandese del Commercio Todd McClay ha inoltre dichiarato alla stampa, a margine dell’incontro ad Hanoi, che gli 11 paesi si sono “impegnati a trovare il modo di andare avanti per mettere in pratica il trattato”.

Lanciato dal presidente Usa Barack Obama, il Tpp era stato firmato nel 2015 dopo duri negoziati da 12 paesi sulle due sponde del Pacifico, che rappresentano qualcosa come il 40 per cento dell’economia mondiale.

A gennaio Trump ha abbandonato l’accordo, che voleva essere un contrappeso alla crescente influenza della Cina, nel quadro delle sue politiche protezionistiche improntate allo slogan “America First”.

Presente al vertice oggi ad Hanoi, il rappresentante al Commercio Usa Robert Lighthizer ha ribadito che Washington non intende tornare sui suoi passi. Se ci sarà, insomma, un ritorno al Tpp sarà senza gliStati uniti. “Gli altri 11 paesi del Tpp possono prendere le loro decisioni, gli Stati uniti prendono le proprie: è quello che fanno gli stati sovrani”, ha detto il rappresentante americano.

Principalmente, la campagna per salvare il Tpp è capeggiata da Giappone, Australia e Nuova Zelanda. I ministri avevano spiegato di essere pronti a gestire l’accordo in maniera da permettere un eventuale ritornod egli Stati uniti.

Mettere in opera il Tpp, anche senza la presenza americana, è un tentativo degli 11 di continuare a fare da contraltare alla Cina, ha spiegato l’analista Alex Capri dell’Università nazaionale di Singapore. “I cinesi – ha continuato – non saranno particolarmente contenti di vedere il Tpp applicato anche senza gli Usa”. Sempre ammesso che Washington non faccia una delle sterzate alle quali questo primo spicchio di presidenza Trump ci ha abituati.

(Fonte Afp)