Il Russiagate colpisce un funzionario alla Casa Bianca

A dare la notizia è il Washington Post

MAG 19, 2017 -

New York, 19 mag. (askanews) – L’inchiesta sui possibili legami tra la campagna di Trump e funzionari russi colpisce un membro attuale della Casa Bianca. E’ l’ultima prova di come il cosiddetto Russiagate stia raggiungendo i livelli più alti del governo in carica.

A dare la notizia è il Washington Post proprio mentre il New York Times scrive che il presidente avrebbe detto ai russi accolti nello Studio Ovale il 10 maggio, ossia il giorno successivo del licenziamento del capo dell’Fbi, che eliminando James Comey veniva meno la pressione su di lui.

Secondo le fonti del Washington Post, la persona nel mirino delle forze dell’ordine è un consigliere di alto livello vicino a Trump. Il tutto succede mentre l’inchiesta sembra accelerare. Pare che il focus degli inquirenti sia su persone che hanno avuto un ruolo nell’amministrazione e nella campagna elettorale che ha garantito la vittoria inattesa del miliardario di New York ma che ora non ne fanno più parte.

Tra questi si sa già che ci sono Michael Flynn, ex consigliere alla Sicurezza nazionale durato meno di un mese, e Paul Manafort, ex presidente della campagna di Trump. I funzionari ancora parte dell’amministrazione e che hanno riconosciuto di avere avuto contatti con colleghi russi sono il genero di Trump, Jared Kushner, il segretario alla Giustizia Jeff Sessions e quello di Stato Rex Tillerson.

Il fatto che il Russiagate stia per entrare in una nuova fase, fatta di interrogatori e richieste di fornitura di documenti, non sta a significare che qualche incriminazione sia necessariamente all’orizzonte, precisa il Washington Post.

L’inchiesta dell’Fbi è volta a capire se e fino a che punto lo staff di Trump sia stato in contatto con uomini del Cremlino, che tipo di attività imprenditoriali ci sia stato con la Russia e se i russi abbiano facilitato in alcun modo l’intrusione, l’estate scorsa, nella rete informatica dell’organo che governa il partito democratico e nelle email di John Podesta, il presidente della campagna elettorale di Hillary Clinton.

Come detto in più occasioni da Trump e dal suo portavoce Sean Spicer, la linea della Casa Bianca è chiara: non c’è stata alcuna collusione tra russi e la squadra di Trump. Solo un’inchiesta indipendente potrà dimostrarlo, sempre che non venga ostacolata.

A24/Spa/int5