Da 9 giugno a Mosca su Venezia e Rinascimento promette “emozioni”

"L'arrivo dei quadri dall'Italia è sensazionale"

MAG 18, 2017 -

Mosca, 18 mag. (askanews) – “Molte emozioni attendono lo spettatore”. Così Marina Loshak, uno dei più grandi nomi dell’arte in Russia a dirigere il museo Pushkin annuncia un’esposizione dall’importanza quasi epocale. Apre il 9 giugno e chiuderà il 20 agosto la mostra “Venezia del Rinascimento. Tiziano, Tintoretto, Veronese”. E altro che emozioni: la capitale della Federazione, dice qualcuno, sembra quasi a rischio sindrome di Stendhal (o di Firenze), ossia capogiri e sintomi vari all’arrivo di opere d’arte di straordinaria bellezza dal nostro Paese. Ma scherzi a parte la mostra ha un valore indiscusso, proprio mentre è sempre più vivo a livello internazionale il dibattito scientifico e culturale sul concetto di Rinascimento.

Secondo Viktoria Markova, importante esperta di arte rinascimentale del Pushkin “l’arrivo dei quadri dall’Italia è sensazionale”. La studiosa sottolinea che i capolavori vengono da numerose città della Penisola, che raramente si possono visitare in un viaggio solo. “Un evento grandioso” ha aggiunto. Mentre Michele Tommasi, ministro consigliere dell’Ambasciata d’Italia a Mosca, ha ribadito “l’enorme importanza” dell’iniziativa. “Ringrazio chiaramente quelli che fanno questo sforzo” ha continuato il vice capo missione, aggiungendo che comunque questa mostra si inquadra in un filone di collaborazione, lunga e concreta. “In questi anni abbiamo portato opere di Caravaggio, Bernini, Bronzino, Tiziano, Mantegna, Piero della Francesca”. E nel caso della nuova esposizione al Pushkin, “alcune opere, una di Raffaello, non erano mai uscite dall’Italia. È la prima volta che escono. E arrivano in Russia” ha rimarcato.

Nel panorama variegato della mostra non è facile isolare esempi specifici, e tuttavia va notato che la “Salomé” di Tiziano, ad esempio, dalle gallerie private Doria Pamphili a Roma, raramente lascia i confini d’Italia. Così come, dal pennello di Tintoretto si distinguono alcune composizioni d’altare, come “L’Ultima Cena” dalla Chiesa di San Marcuola, “Il Battesimo di Cristo” dalla Chiesa di San Silvestro, o “Il Compianto sul corpo di Cristo”. E ancora la ricchezza della tavolozza dei colori nelle opere di Paolo Veronese, “Venere, Marte e Cupido” dalla collezione della Galleria Sabauda di Torino.

Solo poche opere in mostra appartengono invece alle collezioni russe. Si tratta di due dipinti dall’Ermitage ( “San Giorgio e la principessa” di Jacopo Tintoretto e un ritratto dipinto dal figlio e assistente Domenico Tintoretto), uno dalla collezione del Museo Pushkin (di Paolo Veronese “La Resurrezione di Cristo”), e alcune altre.