Presidente somalo in Turchia, firmati accordi di cooperazione

Ieri presidente somalo al Forum Africa-Turchia su agribusiness

APR 28, 2017 -

Roma, 28 apr. (askanews) – La Somalia ha firmato accordi di cooperazione economica e culturale con il governo di Ankara in occasione della visita di tre giorni in Turchia del presidente somalo Mohamed Abdullahi Farmajo.

Stando a quanto riportato dai siti somali, gli accordi sono stati firmati dal ministro degli Esteri somalo Yusuf Garad Omar e dal ministro per lo Sviluppo turco, Lutfi Elvan, al termine dell’incontro tra Farmajo e l’omologo turco Recep Tayyip Erdogan, avvenuto mercoledì ad Ankara. Dal 2012, la Turchia è l’unico Paese a garantire sostegno al bilancio del governo di Mogadiscio; impegno rinnovato la scorsa settimana, con 8 milioni di dollari donati alla Banca centrale somala. A Mogadiscio la Turchia ha costruito la sua più grande base militare presente all’estero e la più grande ambasciata di tutto il continente africano. Al termine dell’incontro con Farmajo, Erdogan ha ribadito l’impegno della Turchia al fianco del Paese del Corno d’Africa, accusando la comunità internazionale di venir meno al proprio impegno di fornire l’assistenza necessaria alla popolazione somala, oggi minacciata da una grave siccità: “La Turchia è in prima linea nel sostegno ai nostri fratelli e alle nostre sorelle in Somalia e noi continueremo a sostenerli”.

“La Turchia ha fornito un grande contributo alla ricostruzione della Somalia e la Somalia continuerà a cercarne il sostegno”, ha detto Farmajo al termine dell’incontro.

Ieri Farmajo ha quindi aperto ad Antalya la due giorni di lavori del Forum Turchia-Africa su agricoltura e agribusiness. Nel suo intervento, il presidente somalo ha sottolineato come attraverso lo sviluppo agricolo e l’agribusiness “possiamo non solo far fronte all’insicurezza alimentare, ma anche invertire la tendenza alla fuga dal continente dei nostri giovani e dei più brillanti”. Farmajo ha rimarcato come “la partnership dell’Africa con la Turchia possa fornire esattamente quello scambio di conoscenza e di progressi tecnologici di cui abbiamo bisogno in Africa” a fronte “della vasta terra arabile” di cui dispone il continente.