Mélenchon, il radicale che a sorpresa ha galvanizzato la sinistra

Nel 2008 la rottura con il Partito socialista

APR 20, 2017 -

Parigi, 20 apr. (askanews) – Oratore infiammato, ex militante socialista diventato paladino della sinistra radicale, Jean-Luc Mélenchon a sorpresa si è imposto durante la campagna come il candidato della gauche alle presidenziali francesi. Populista di sinistra per gli avversari, difensore del popolo contro l’oligarchia per i sostenitori, Mélenchon ha scelto come parola d’ordine della campagna “La France insoumise” (La Francia indomita). Gli ultimi sondaggi lo danno in terza posizione alle presidenziali, testa a testa con il candidato della destra François Fillon, dietro la leader di estrema destra Marine Le Pen e il centrista Emmanuel Macron.

Laureato in filosofia, ammiratore di Robespierre come del defunto presidente venezuelano Hugo Chavez, “Méluche” è stato un dirigente del Partito socialista per 30 anni. E’ oggi uno degli detrattori dell’ala sinistra del Ps, come Emmanuel Macron lo è dell’ala destra del partito. A 65 anni, Jean-Luc Mélenchon non ha perso niente del suo radicalismo, ma ha messo da parte le violente esternazioni che per lungo tempo sono state il suo marchio di fabbrica.

Nato a Tangeri in Marocco, passato per la militanza studentesca, tendenza trozkista, Jean-Luc Mélenchon si iscrive al Partito socialista a 25 anni. Eletto alla periferia di Parigi, entra nel governo fra 2000 e 2002, come ministro delegato all’Insegnamento superiore. Ai ferri corti con il Ps e il suo leader dell’epoca, François Hollande, finisce per sbattere la porta al Ps nel 2008 per creare il suo movimento, il Partito di sinistra. Si allea con i comunisti e ottiene l’11,1% dei voti al primo turno delle presidenziali del 2012. Indefesso critico dell’Europa “liberale”, caldeggia la rottura con i trattati europei, l’uscita dalla Nato e vorrebbe orientare la Francia verso una “politica non-allineata”.

Jean-Luc Mélenchon è divorziato e ha una unica figlia, Maryline, nata nel 1974.