Domenica ballottaggio delle presidenziali: l’Ecuador decide se svoltare a destra

Tra il socialista Moreno e l'ex banchiere Lasso

MAR 31, 2017 -

Quito, 31 mar. (askanews) – Si voterà in Ecuador domenica prossima per il ballottaggio delle presidenziali, uno scrutinio che potrebbe segnare la svolta dopo un decennio di leadership socialista, con l’economista Rafael Correa al comando; e che potrebbe fra l’altro decidere del destino del fondatore di WikiLeaks, Julian Assange.

Il ballottaggio sarà tra l’erede designato di Correa, il socialista Lenin Moreno, e l’ex banchiere Guillermo Lasso, arrivato in seconda posizione al primo turno del mese scorso, con il 28%, contro il 39% di Moreno. Ma i sondaggi gli attribuiscono per il ballottaggio un leggero vantaggio.

La corsa delle presidenziali ecuadoriane rappresenta anche un barometro del clima politico del Sudamerica, dove molti dei governi socialisti in carica nell’ultimo decennio sono in declino o hanno ceduto il passo. Argentina, Brasile e Perù sono passati nelle mani della destra negli ultimi mesi, tutti in sofferenza per la recessione economica e con i leader della sinistra travolti da scandali di corruzione.

L’Ecuador ha registrato una crescita media del 4,4% l’anno durante i primi otto anni di presidenza Correa, poi il crollo del prezzo del petrolio ha fatto sprofondare nella crisi il Paese. Correa si è conquistato il favore dei ceti sociali più poveri con generose sovvenzioni sociali che hanno ridotto il tasso di povertà dal 36,7% al 23,3% della popolazione di questo paese di 16 milioni di abitanti.

Lasso, 61 anni, ha raccolto consensi unendo le opposizioni della destra dietro la sua promessa di mettere fine allo sperpero pubblico e di creare un milione di posti di lavoro.

Dall’estate 2012 Julian Assange è rifugiato all’interno dell’ambasciata dell’Ecuador a Londra e beneficia dello status di rifugiato politico concesso dal governo di Rafael Correa, acerrimo nemico degli Stati Unti. (fonte afp)