Migranti, i Paesi di Visegrad denunciano “il ricatto” dell’Ue

Orban: possiamo fermare da soli i profughi

MAR 28, 2017 -

Varsavia, 28 mar. (askanews) – I capi dei governi dei Paesi del gruppo di Visegrad (Polonia, Ungheria, Repubblica ceca e Slovacchia) hanno denunciato “il ricatto” e “il diktat” dell’Europa nei loro confronti in materia di politica migratoria comune. Riuniti a Varsavia, i premier dei quattro paesi che rifiutano le cosiddette “quote” obbligatorie di ripartizione dei migranti che approdano in Ue essenzialmente attraverso l’Italia e la Grecia, hanno fermamente respinto l’idea di condizionare la distribuzione dei fondi europei all’adesione alla politica migratoria comune.

“L’idea di collegare alla politica migratoria i fondi che ci sono dovuti da parte dell’Ue è una cattiva idea”, ha detto il premier ungherese Viktor Orban durante una conferenza stampa con gli omologhi ceco Bohuslav Sobotka, lo slovacco Robert Fico e la polacca Beata Szydlo. “Il gruppo di Visegrad, Polonia compresa, non accetterà mai questo ricatto, né che gli vengano dettate condizioni”. Diciamo chiaramente che la politica migratoria seguita sino ad ora dall’Ue non è stata all’altezza e bisogna trarne delle conseguenze”, ha sottolineato Szydlo..

Orban ha vantato le misure prese dal suo Paese per impedire gli ingressi dei migranti: le recinzioni costruite alla frontiera serbo-ungherese e la controversa legge, appena entrata in vigore, che prevede la sistematica detenzione dei profughi in arrivo. “Ormai l’Ungheria è in grado di dare risposte da sola, anche se l’accordo tra Ue e Turchia non funziona. Siamo capaci di fermare qualsiasi ondata migratoria alla frontiera serbo-ungherese”, ha precisato, sostenendo che è l’Ungheria a proteggere altri Paesi europei. “Gli austriaci e i tedeschi possono ormai dormire sonni tranquilli”, ha concluso Orban. (con fonte afp)