Cina, ritrovato il tesoro della spietata “Tigre gialla”

Diecimila oggetti d'oro confermano un'antica leggenda

MAR 20, 2017 -

Roma, 20 mar. (askanews) – Per secoli è stata nulla di più di una leggenda. Ma, ora, si è capito che la leggenda era fondata e a dimostrarlo è il ritrovamento di qualcosa come 10mila oggetti d’oro e d’argento. Si tratta del tesoro di Zhang Xianzhong, la famigerata “Tigre gialla” che, a capo di una rivolta contadina, sterminò nel XVII secolo milioni di abitanti del Sichuan, secondo le cronache della Dinastia Ming (1368-1644).

Il ritrovamento è stato effettuato, a quanto riferisce l’agenzia di stampa Xinhua, sul letto del fiume Minjiang. I sistemi di datazione hanno confermato che i pezzi risalgono al periodo nel quale viene collocata la leggenda.

Era il 1646 quando Zhang Xianzhong, capo di una feroce rivolta contadina, vide colare a picco 1.000 barche che trasportavano buona parte del suo tesoro: monete, monili e pezzi d’oro e d’argento. Per secoli questa storia rimase però nell’alveo della leggenda.

“Gli oggetti scoperti sono la più diretta prova che permette d’identificare l’area dov’è stata combattuta la battaglia”, ha spiegato Wang Wei, un archeologo.

La “Tigre gialla” era un poverissimo contadino dello Shaanxi ed ex soldato dell’armata dei Ming. Nell’ultima parte della storia di questa importante dinastia, come accade sempre quando si preparano cambi dinastici nel Paese del Centro, si susseguirono siccità e disastri naturali. La situazione spinse i contadini a resistere ai tentativi dei Ming di riscuotere le imposte e Zhang si trovò a capo di una rivolta che, nel 1644, lo portò alla conquista del Sichuan.

Lì, dopo un periodo di regno abbastanza liberale si diede a uccisioni di massa. Le cronache ufficiali parlano di centinaia di milioni di morti. Si tratta di stime sicuramente esagerata, stilate da colore che gli erano contrari.

Zhang fu sconfitto nel 1647 dall’avvento dei Manciù, fondatori della Dinastia Qing. Fu ucciso da un arciere mentre cercava di scappare.