Gli orrori della clinica Am Spiegelgrund gestita dagli ex-nazisti

Abusi sui bambini per 40 anni al Pavilion 15

MAR 14, 2017 -

Vienna, 14 mar. (askanews) – Quasi tutto il personale di una tristemente nota clinica di Vienna, in cui i nazisti uccisero centinaia di bambini disabili, conservò il posto di lavoro dopo il 1945 e continuò per decenni a perpetrare abusi e maltrattamenti sui piccoli pazienti. Un rapporto delle autorità austriache afferma che 600-700 bambini e ragazzi furono ricoverati alla clinica “Pavilion 15” gestita con “un integrale sistema di violenza” tra la fine della Seconda guerra mondiale e gli anni Ottanta. Il rapporto, basato sulle interviste di ex pazienti e dipendenti, rileva che “un impiego e un distacco ideologico con il periodo nazista inadeguati contribuirono a queste condizioni disumane”.

Il personale, gran parte del quale non adeguatamente qualificato, faceva uso “pesante” di droghe per sedare i bambini e li metteva in letti a gabbia e camicie di forza. Almeno 70 morirono presso la struttura, oggi chiusa, l’80% per infezioni polmonari causate dai maltrattamenti e dalla malnutrizione. “Condizioni del genere per la cura di persone disabili… erano molto lontane dagli standard professionali dell’epoca” scrive Hemma Mayrhofer, una degli autori del rapporto.

Il sito nella capitale austriaca faceva parte della clinica Am Spiegelgrund dove i nazisti uccisero almeno 800 bambini, sottoponendoli a esperimenti pseudo-scientifici o assassinandoli con il gas. I loro resti furono usati per anni dopo la guerra per scopi di ricerca. Tra le rivelazioni scioccanti contenute nel rapporto, il fatto che dopo la guerra i cervelli dei bambini morti nella clinica furono consegnati a Heinrich Gross, un importante medico nazista che condusse alcuni degli allucinanti esperimenti. Gross (1915-2005), processato ma mai condannato, potè godere di una fiorente carriera dopo la guerra e continuare così le ricerche iniziate prima del 1945.

Bea/Int2