Attesa “importante dichiarazione” di Theresa May sulla Brexit

Dopo il via libera ottenuto ieri dalla camera dei Comuni

MAR 14, 2017 -

Londra, 14 mar. (askanews) – Theresa May farà oggi “un’importantissima dichiarazione al parlamento”, ore dopo il voto del parlamento londinese che ha dato il via libera al lancio della Brexit. La premier britannica dal fine settimana aveva fatto circolare la voce sulla possibilità di invocare appena ottenuto il consenso parlamentare, quindi già oggi, l’articolo 50 del Trattato dei Lisbona, per avviare formalmente i due anni di negoziati – estensibili – per il divorzio dall’Ue. Ma ieri sera il governo ha fatto sapere che non lo farà oggi e aspetterà quantomeno sino a dopo il summit europeo in Italia in agenda nel fine settimana, dove oltre a celebrare il 60esimo anniversario del Trattato di Roma, di discuterà su quale strada l’Unione deve prendere dopo la Brexit.

La decisione di rinviare l’innesco dell’articolo 50 viene motivata con la volontà di non interferire nelle cruciali elezioni olandesi di domani, ma i più vi vedono il contraccolpo dell’annuncio di un nuovo referendum scozzese sull’indipendenza, che la premier del governo autonomo della Scozia, Nicola Sturgeon, vuole convocare tra la fine del 2018 e la primavera del 2019, con il dichiarato obiettivo di restare nell’Ue.

A questo punto, secondo le indicazioni date ieri sera da Downing Street, May dovrebbe attendere almeno sino al 27 marzo. La legge licenziata ieri sera dalla Camera dei Comuni, seguiti dalla rinuncia della Camera dei Lord a insistere sugli emendamenti precedentemente approvati, dovrebbe ricevere il “Royal Assent”, l’ok della Regina, stamattina.

La camera dei Comuni ieri sera ha bocciato con 335 voti contro 287 l’emendamento con cui la camera dei Lord aveva chiesto garanzie per i cittadini Ue residenti in Gran Bretagna e poi con 331 voti (contro 286) ha respinto la clausola con cui il parlamento avrebbe ottenuto l’ultima parola sull’accordo per la Brexit. La camera alta, i Lords, ha rinunciato al rilancio e il breve testo che autorizza l’esecutivo a ricorrere all’articolo 50 del Trattato di Lisbona è diventato legge, pur in attesa della scontata approvazione della Regina.

Il nulla osta parlamentare è arrivato a conclusione di una giornata ad altissima tensione per Downing Street, con l’annuncio della Scozia di voler tornare alle urne per chiedere l’indipendenza dalla Gran Bretagna. Sturgeon ha sostenuto che il primo referendum, a settembre 2014 (quando vinse il fronte favorevole a restare nel Regno Unito con il 55,3% dei voti) va ripetuto ora, perchè May ha deciso di procedere per una “hard Brexit”, prospettando anche l’uscita dal mercato comune.

La premier scozzese, leader dello Scottish National Party, ha annunciato che chiederà la settimana prossima al parlamento di Edimburgo l’autorizzazione a reclamare l’accordo del governo britannico per lanciare la procedura referendaria. Ieri Theresa May ha reagito duramente all’iniziativa del governo scozzese, parlando di una decisione “divisiva”, ma non è arrivata a dire che proibirà la consultazione popolare.