Ex vittima prete pedofilo si dimette: la Curia non collabora

"Vergognosa" mancanza di collaborazione. E' il secondo caso

MAR 1, 2017 -

Città del Vaticano, 1 mar. (askanews) – Mary Collins, donna irlandese, vittima da bambina di un prete pedofilo, rassegna le dimissioni dalla Pontificia commissione per la tutela dei minori nella quale era stata nominata da Papa Francesco, per la “resistenza da alcuni membri della Curia vaticana” a collaborare con la commissione di prevenzione della pedofilia guidata dal cardinale di Boston Sean O’Malley, scrive la stessa donna in un comunicato, e, in particolare, per la “vergognosa” mancanza di cooperazione “da parte del dicastero coinvolto più da vicino nell’affrontare i casi di abuso”.

Il Papa, rende noto la pontificia commissione, “ha accettato le dimissioni con profondo apprezzamento per il suo lavoro a nome delle vittime e dei sopravvisuti degli abusi del clero”.

Su richiesta del cardinale O’Malley, “continuerà a lavorare in ruolo educativo”. Nei mesi scorsi già l’altro membro della commissione vittima anch’egli, da minorenne, di abusi sessuali di un sacerdote, Peter Saunders, si era dimesso.

“Ho inviato la mia lettera di dimissioni dalla pontificia commissione per la protezione dei minori a Papa Francesco (per conoscenza al cardinale O’Malley) il nove febbraio del 2017, con effetto dal primo marzo 2017”, scrive in un comunicato Marie Collins. “Da quando la commissione ha iniziato i suoi lavori a marzo del 2014 sono stata impressionata dall’impegno dei miei colleghi e dal genuino desiderio di Papa Francesco di avere assistenza nell’affrontare il tema degli abusi sessuali del clero. Credo che costituire la commissione e coinvolgere esperti esterni per consigliarlo su cosa fosse necessario per rendere più sicuri i minori sia stata una mossa sincera”.

“Tuttavia – prosegue Collins – nonostante che il Santo Padre abbia approvato tutte le raccomandazioni fattegli dalla commissione, vi sono stati costanti ostacoli. Ciò è stata la causa diretta della resistenza da alcuni membri della Curia vaticana al lavoro della commissione. La mancanza di cooperazione, in particolare da parte del dicastero più direttamente coinvolto nell’affrontare i casi di abuso è stata vergognosa”, afferma Collins in trasparente riferimento alla congregazione per la Dottrina della fede, il dicastero incaricato dei dossier sui preti pedofili.

“Alla fine dell’anno scorso, una semplice raccomandazione, approvata da Papa Francesco, è andata a questo dicastero per un piccolo cambiamento di procedura nel contesto della cura delle vittime e dei sopravvissuti. Al tempo stesso è stata rifiutata anche una richiesta di cooperazione si un tema fondamentale del lavoro della commissione in merito alla salvaguardia. Mentre penso che la commissione riuscirà a superare questa resistenza, per quanto mi riguarda è la goccia che fa traboccare il vaso”.

Il cardinale O’Malley “mi ha invitato a continuare ad essere parte dei progetti di formazione compresi quelli per la Curia e i nuovi vescovi, e sono contenta di accettare. Questa sarà l’area sulla quale mi concentrerò. Auguro alla pontificia commissione per la protezione dei minori il meglio per il futuro”. Marie Collins era stata invitata, già durante il pontificato di Benedetto XVI, ad un seminario sulla pedofilia del clero organizzato dalla Pontificia università Gregoriana.

Ska MAZ