Trump “sboccato”: gli interpreti giapponesi sono disperati

Tradurre il presidente nella delicata lingua nipponica

FEB 17, 2017 -

Roma, 17 feb. (askanews) – Gli interpreti giapponesi che seguono per i media nipponici i discorsi del neopresidente Usa Donald Trump sono disperati: tradurre il “trumpese” in una lingua così attenta ai dettagli e alla compostezza come il giapponese è un’impresa titanica. Lo ha raccontato in una gustosa intervista apparsa oggi sul Japan Times.

“Raramente parla in maniera logica e tende a enfatizzare esclusivamente un punto di vista, come se fosse una verità assoluta. Ci sono molti momenti nei quali ho sospettato che le sue asserzioni fossero dubbie da un punto di vista fattuale”, ha raccontato Chikako Tsuruta. “E’ così superbo e poco convincente, che i miei amici interpreti e io spesso scherziamo sostenendo che, se le sue parole fossero tradotte in maniera letterale, suonerebbero stupide”, ha continuato l’interprete.

In particolare, è risultato complicato rendere in giapponese certe affermazioni troppo colorite, spesso condite da espressioni sessite e razziste, che hanno imbottito la campagna del miliardario americano. In questo senso, gli interpreti si sono divisi tra quelli che hanno tradotto tutto così com’era e quelli che hanno cercato di parafrasare tali espressioni in modo che potesse essere ascoltabile al delicato orecchio nipponico.

“Come interprete, il lavoro è tradurre le parole di un parlante così come sono, non importa quanto il parlante appaia essere vergognoso e oltraggioreso”, ha commentato l’interprete di esperienza Kumiko Torikai, oggi docente all’Università di lingue straniere di Tokyo. “Devi mettere da aparte tutte le tue emozioni personali – ha continuato – e diventare il parlante stesso. E’ davvero duro che non sia concesso esprimere la propria opinione su cosa sia giusto e cosa sia sbagliato. Per questo motivo, io stessa ho smesso”.

Spesso le dichiarazioni di Trump confliggono anche con le policy di stile adottate dai diversi network, in particolare in televisione. Il problema si pone soprattutto quando il presidente parla in diretta. “Se una certa parola – racconta l’interprete Atsushi Mishima – è vietata nella policy di una rete televisiva per la quale traduco, usualmente la smorzo, pur facendo il massimo sforzo per mantenere il suo impatto originario. E’ difficile ignorare la volontà del mio cliente”.