Giappone, legge anti-terrorismo: percorso approvazione accidentato

Una normativa controversa: si teme comprima i diritti civili

FEB 17, 2017 -

Roma, 17 feb. (askanews) – Il cammino della controversa legge “anti-cospirazione” giapponese, che il governo di Shinzo Abe vorrebbe inasprire per renderla più efficace nella lotta al terrorismo in vista delle Olimpiadi di Tokyo del 2020, ha subito un altro inciampo. Secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa Kyodo, in sede parlamentare è stato cassato il 40 per cento dei 676 reati previsti.

La norma ha provocato profonda preoccupazione perché, secondo i critici, rischia di comprimere i diritti civili e umani, colpendo i gruppi della società civile e inserendo un elemento di eccessiva arbitrarietà nell’applicazione della giustizia penale.

Il governo sostiene di avere la necessità di aggiornare la norma, che punisce i reati associativi, un vista dei Giochi olimpici, che richiederanno un accresciuto impegno sul fronte della sicurezza, e per ratificare la Convenzione Onu sul crimine organizzato transnazionale, adottata nel 2020.

Uno degli elementi più controversi della norma è l’applicazione a gruppi della società civile che nascano con finalità lecite ma, poi, inizino a perseguire altri scopi. Abe, parlando oggi alla Commissione bilancio della Camera dei rappresentanti, ha indicato la necessità di inquadrare questa fattispecie, ricordando l’esempio della setta Aum Shinri kyo, il culto religioso che nel 1995 realizzò un mortale attentato col gas sarin nella metropolitana di Tokyo. “All’inizio – ha ricordato il premier – era riconosciuta come entità religiosa. Ma poi sono diventati un gruppo criminale: quando sono cambiati, i suoi membri non erano più ordinari cittadini ed è chiaro che, se ci fosse stata questa legislazione, ne sarebbero stati soggetti”.