La misteriosa pagina Facebook del fratellastro ucciso di Kim Jong Un

Scoperta da NK News

FEB 15, 2017 -

Roma, 15 feb. (askanews) – Kim Jong Nam aveva, apparentemente, una pagina Facebook. La scoperta è stata fatta da NK News, il sito internet specializzato in questioni nordcoreane.

Ricercando sul social network americano il nome Kim Chol, col quale era stato identificato in Malaysia il nordcoreano morto all’aeroporto di Kuala Lumpur lunedì, appare un diario nel quale abbondano le foto di un uomo asiatico, scattate a Macao e altrove, dai tratti molto simili a quelli di Jong Nam.

Nelle informazioni di Kim Chol è scritto che ha studio all’Ecole internationale di Ginevra e al Liceo francese di Mosca. Effettivamente il primo figlio di Kim Jong Il ha studiato in Unione sovietica e Svizzera. La pagina non è aggiornata da novembre 2015.

Non ci sono prove concrete che effettivamente Kim Jong Nam abbia aperto una pagina Facebook, e questo sarebbe in contraddizione con i timori che il fratellastro dell’attuale dittatore nordcoreano, avrebbe espresso per la sua vita già dal 2012, secondo l’intelligence sudcoreana. Si può anche pensare che si tratti di un “fake”. Tuttavia, fino a oggi lo pseudonimo Kim Chol non era conosciuto e il profilo esiste dal 2008.

Intanto sono cinque le persone nel mirino della polizia della Malaysia, che sta conducendo le indagini sul caso. Lo scrive il giornale malaysiano in lingua cinese Oriental Daily. I cinque in fuga – una donna e quattro uomini – vanno ad aggiungersi alla donna arrestata dalla polizia, una ventottenne di presunta nazionalità vietnamita.

Secondo la descrizione fornita dal giornale giapponese Asahi shimbun, le telecamere di sorveglianza avrebbero mostrato due donne avvicinarsi lunedì al presunto Kim Jong Nam, primo figlio del defunto leader Kim Jong Il, caduto in disgrazia diversi anni fa e residente a Macao. Una donna avrebbe messo un fazzoletto sul volto dell’uomo, l’altra avrebbe spruzzato sul volto qualcosa.

Poi le due donne sarebbero scappate in taxi e avrebbero detto all’autista di essere vietnamite.

Oriental Daily, dal canto suo, parla di altri quattro uomini, di nazionalità nordcoreana, che avrebbero monitorato l’assassinio da un vicino ristorante e poi sarebbero anche loro scappati. Alla fine, nelle mani degli inquirenti, sarebbe finita solo una donna che – dai suoi documenti – è identificata come vietnamita.

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