Romania, capo Procura anti-corruzione: rischio legalità resta

Kovesi: non c'è garanzia che salva-corrotti non venga riproposto

FEB 10, 2017 -

Bucarest, 10 feb. (askanews) – “Non credo che il pericolo sia passato”, il governo socialdemocratico romeno potrebbe tentare di presentare nuovamente i contenuti del decreto “salva-corrotti” in un disegno di legge in Parlamento, secondo il numero uno della Procura anti-corruzione (Dna) Laura Codruta Kovesi.

“Il rischio (di altre modifiche legislative) esiste e continuerà ad esistere. Non c’è garanzia che questi cambiamenti non saranno fatti in futuro”, ha spiegato la procuratrice a capo della Direzione creata nel 2002 contro la corruzione e ex giocatrice professionista di basket.

Tra il 2014 e il 2016 il Dna ha lanciato processi per corruzione e appropriazione indebita su più di 1.150 persone per un totale di più di un miliardo di euro di fondi distratti. Il decreto salva-corrotti, che avrebbe reso perseguibili soltanto i casi con somme superiori ai 44mila euro, avrebbe reso molto più difficile il lavoro dei procuratori del Dna e, secondo Kovesi, avrebbe costretto a cancellare 2.100 casi attualmente sotto indagine.

“La Direzione nazionale anti-corruzione sta attraversando in questo momento il periodo più difficile dalla sua creazione”, ha aggiunto sottolineando che “questi cambiamenti alla normativa avrebbero gravemente compromesso le nostre possibilità di agire e di lottare contro la corruzione”.

Il governo socialdemocratico guidato da Sorin Grindeanu, entrato in carica soltanto lo scorso 4 gennaio, dopo le elezioni dell’11 dicembre, ha dichiarato che il decreto d’urgenza era stato necessario per allineare la legislazione romena alle richieste dell’Ue. Ma la folla di romeni che hanno deciso di scendere in piazza nonostante le temperature gelide per molti giorni consecutivi ha costretto l’esecutivo a ritirare il testo.

Secondo Kovesi il decreto avrebbe favorito i funzionari locali, i parlamentari e i ministri, che sono stati anche i principali obiettivi del lavoro del Dna negli ultimi anni. Il decreto salva-corrotti “avrebbe minato il principio che nessuno è al di sopra della legge” con la conseguenza di “una perdita di fiducia nella giustizia da parte dei romeni”. Per il capo del Dna molte delle denunce arrivano da “dipendenti pubblici che denunciano casi di corruzione o i loro stessi capi. E’ un segno di fiducia e un segno che la gente vuole un cambiamento. E’ un cambiamento di mentalità”.

La procuratrice, poi, rispedisce al mittente le accuse del Psd sul fatto che il partito di sinistra sia il più bersagliato dal lavoro del Dna: “La nostra attività è sottoposta a un duplice controllo. Prima di tutto chiunque ritiene di essere nella ragione può fare appello…E tutti i casi vengono verificati dai giudici prima e durante i processi”, che si chiudono 9 volte su 10 con la condanna.

(fonte afp)