Mele: capire le ragioni dei cyber attacchi russi contro l’Italia

"Nello spionaggio è un errore presumere di essere alleati"

FEB 10, 2017 -

Roma, 10 feb. (askanews) – “Qualora” la notizia data dal Guardian circa possibili attacchi cyber russi alla Farnesina “dovesse essere confermata e soprattutto qualora emergano prove del coinvolgimento della Russia, occorre approfondire anzitutto il perché il governo di Putin abbia deciso in quello specifico momento storico – ovvero la scorsa primavera – di autorizzare e svolgere un’operazione di spionaggio informatico così diretta e aggressiva nei confronti del nostro ministero degli Esteri”. A dirlo a Cyber Affairs è Stefano Mele, avvocato specializzato in Diritto delle Tecnologie, Privacy, Sicurezza delle Informazioni e Intelligence.

“Occorre ricordare, infatti”, prosegue il legale, “che l’Italia è generalmente considerata dai russi un Paese poco ostile e che l’allora Presidente del Consiglio Matteo Renzi si era posizionato – anche pubblicamente – come contrario alle nuove sanzioni nei confronti della Russia per il suo coinvolgimento all’interno del conflitto siriano”.

In quest’ottica, allora, continua Mele, “occorre tornare anzitutto ad evidenziare ciò che è lampante: lo spionaggio è da sempre il metodo migliore per ottenere vantaggi politici, strategici, economici e militari nei confronti dei nemici e soprattutto degli alleati, sia in tempo di guerra che di pace. Questo vale, a maggior ragione, per lo spionaggio informatico. Presumere di essere intoccabili per il solo fatto di essere alleati è oggigiorno il primo e il più grossolano errore quando si parla di spionaggio”.

Inoltre, conclude l’esperto, “nonostante le informazioni siano ancora molto scarse e frammentate, si può comunque provare ad azzardare un’ipotesi sui reali obiettivi di questo genere di attività. Le ragioni di un’operazione di spionaggio informatico ad un ministero degli Esteri, infatti, possono essere rintracciate anzitutto nella volontà di trovare e sottrarre informazioni rilevanti sul piano della politica estera per conoscere e anticipare le intenzioni del governo bersaglio. Un ulteriore e collaterale obiettivo – ma non per questo meno rilevante – è anche quello di sottrarre email e cablogrammi alla ricerca di informazioni compromettenti per l’establishment politico, affinché possano essere utilizzate come elemento di ricatto”.

(fonte: Cyber Affairs)