Europa occidentale e centrale nella morsa dell’inquinamento

Misure antismog a Parigi, Londra, Budapest e Cracovia

GEN 24, 2017 -

Parigi 24 gen. (askanews) – L’Europa deve affrontare da venerdì un picco nell’inquinamento atmosferico che ha costretto le autorità di numerose città – fra cui Parigi e Londra – a limitare il traffico automobilistico e l’utilizzo dei riscaldamenti.

L’ondata di inquinamento riguarda una gran parte dell’Europa occidentale (Francia, Belgio, Olanda, Gran Bretagna e Germania) e centrale. I fattori scatenanti sono il traffico automobilistico, l’industria, l’agricoltura e le condizioni meteorologiche avverse: il freddo – che costringe ad un maggior utilizzo dei riscaldamenti – e l’assenza di vento, che impedisce la dispersione delle particelle inquinanti.

L’Area Metropolitana di Londra ha mantenuto il livello di allarme 10 (il massimo sulla scala del Ministero dell’Ambiente britannico), che nei giorni scorsi si estendeva a tutto il sudest dell’Inghilterra: le autorità hanno consigliato di limitare al massimo le attività all’esterno.

In Francia il picco di concentrazione delle polveri sottili riguarda la metà settentrionale del Paese, e Parigi, Grenoble e Lione hanno proibito la circolazione dei veicoli maggiormente inquinanti (in alcuni casi del tutto, in altri ricorrendo alle targhe alterne).

In Polonia il Parlamento regionale di Cracovia (la città più inquinata del Paese) ha approvato ieri la prima risoluzione anti-inquinameneto, che prevede la sostituzione entro il 2023 delle vecchie stufe a carbone; nella capitale Varsavia decine di persone hanno inscenato una protesta davanti al comune per chiedere una misura analoga.

In Ungheria e Bulgaria le temperature da settimane molto al di sotto dello zero hanno provocato un aumento del ricorso al riscaldamento a legna, molto utilizzato ma che produce una grande quantità di polveri sottili: a Budapest è scattato il massimo allarme inquinamento ed è stato deciso il blocco dei veicoli non dotati di marmitte catalitiche.

(fonte Afp)