Cipro, resta il nodo dei militari turchi. Erdogan: di ritiro totale non se ne parla

Presidente cipriota: soluzione "giusta" con fine "occupazione"

GEN 13, 2017 -

Roma, 13 gen. (askanews) – Restano nei fatti distanti le posizioni sulla soluzione del conflitto di Cipro, ma si continua a dialogare. E se il presidente della Repubblica di Cipro, Nicos Anastasiades, ha professato un cauto ottimismo, parlando di “una strada che apre la porta alla speranza” ai colloqui a Ginevra sotto l’egida Onu, è evidente che i punti più caldi e controversi restano aperti. Tra questi la presenza militare turca a Cipro Nord, che per la Grecia, alleata di Nicosia deve essere eliminata. Ma per Ankara il ritiro totale “è fuori questione”, ha dichiarato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan.

Anastasiades ha però ribadito che qualsiasi intesa deve comprendere il ritiro dell truppe turche dall’isola, prospettiva che il presidente turco ha liquidato senza mezzi termini. Una soluzione “giusta” al problema cipriota presuppone la fine “dell’occupazione” della parte Nord dell’isola da parte dell’esercito turco, ha riaffermato il capo della diplomazia ellenica, Nikos Kotzias.

Per Erdogan greci e turchi di Cipro hanno “aspettative diverse” sulla risoluzione della questione cipriota. Il capo di stato turco, commentando l’andamento dei colloqui di pace in corso a Ginevra, ha sottolineato che la parte turcocipriota “sta lavorando intensamente e con spirito sincero”.

Secondo quanto reso noto dal Segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, i negoziati chiusisi ieri a Ginevra hanno portato le parti molto vicine ad un accordo; tuttavia rimangono ancora degli ostacoli da superare, in particolare su come “mettere in pratica” un’eventuale intesa e sugli “strumenti” per garantirne il rispetto.

Grandi progressi invece sono stati fatti su altre due questioni assai spinose, ovvero la percentuale di territorio di ciascuna comunità (e il relativo reinsediamento delle persone costrette a lasciare le proprie abitazioni dopo l’invasione turca) e la composizione di un futuro governo di tipo federale.

Quanto alle potenze garanti – Grecia, Turchia e Gran Bretagna – sia Londra che Atene sono disposte a rinunciare al relativo accordo del 1959 – in base al quale la Turchia giustificò il proprio intervento militare nel 1974 – ma non Ankara: l’obiettivo, ha concluso Guterres, è trovare “un nuovo sistema che garantisca le preoccupazioni relative alla sicurezza delle comunità greco-cipriote e turco-cipriote”.

I colloqui per la riunificazione erano stati sospesi nel giugno del 2012 in occasione del semestre di presidenza dell’Ue da parte della Repubblica di Cipro, e la successiva crisi economica ne aveva impedito la ripresa fino al febbraio del 2014.

L’isola di Cipro è divisa dal 1974, anno in cui un fallito golpe di annessione alla Grecia provocò l’intervento militare turco; i negoziati per la riunificazione sotto forma di una federazione della Repubblica di Cipro (Paese membro dell’Ue) e della Repubblica Turca – riconosciuta solo da Ankara – in corso da anni, non hanno fino ad ora dato alcun risultato pratico dopo che nel 2004 i greco-ciprioti hanno bocciato in un referendum il piano proposto dall’Onu.

(fonte afp)