Apple rimuove app NyTimes da app store cinese

Gruppo californiano: viole normativa di Pechino

GEN 5, 2017 -

Pechino, 5 gen. (askanews) – Apple ha rimosso il New York Times dal suo app store in Cina, dopo che le autorità di Pechino hanno informato il colosso informatico che la app viola la normativa. Il quotidiano Usa ha scritto che sia la app in cinese sia quella in inglese sono state rimosse a dicembre, chiudendo uno dei pochi canali rimasti in Cina per fare arrivare le sue notizie ai lettori. “Da qualche tempo alla app del New York Times non è permesso mostrare contenuti agli utenti in Cina e siamo stati informati che la app viola le normative locali” ha detto all’Afp la portavoce di Apple Carolyn Wu. “Di conseguenza la app va rimossa all’app store cinese”. Quando la situazione cambierà la app tornerà disponibile agli utenti cinesi, ha aggiunto Wu.

Pechino da tempo cerca di bloccare gli accessi al quotidiano, dopo che il sito web è stata oscurato nel 2012 per aver pubblicato un articolo secondo il quale la famiglia dell’ex premier Wen Jiabao controlla una ricchezza di 2,7 miliardi di dollari. I nuovi corrispondenti del New York Times non hanno mai ottenuto permessi di soggiorno.

Una portavoce del NyTimes ha detto che la società ha chiesto ad Apple di riesaminare la sua decisione. “La richiesta delle autorità cinese di rimuovere le nostre app rientra nel più ampio tentativo di impedire ai lettori in Cina di accedere alla copertura indipendente del paese da parte del New York Times” ha detto la portavoce Eileen Murphy.

La Cina è il secondo mercato per Apple oltre che un fornitori chiave di componenti e il Paese dove molti dei suoi prodotti vengono assemblati. L’ad di Apple Tim Cook visita di frequente la Repubblica popolare, dove il gruppo californiano ha fatto consistenti investimenti. Il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino Geng Shuang ha detto di non essere “veramente a conoscenza” della rimozione della app. “Quel che posso dirvi è che il governo cinese incoraggia e sostiene sempre lo sviluppo di internet” ha detto ai giornalisti. “Ma lo sviluppo di internet deve sottostare alle norme e alle regole cinesi. E’ una questione di principio” ha aggiunto.

(fonte Afp)